giovedì 12 dicembre 2024
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Pirati chiedono 600.000 dollari per la vita dello skipper tedesco Jurgen Kantner

Rapito nelle Filippine per la seconda volta a novembre scorso dai pirati che hanno ucciso la moglie

Immagine catturata dal video realizzato dal gruppo terroristico di Abu Sayyaf
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Laparan (Filippine) – Il gruppo terroristico di Abu Sayyaf ha postato un video su Telegram in cui fa richiedere dal loro ostaggio Jurgen Kantner, skipper tedesco di 71 anni rapito a novembre scorso dai pirati di Adu Sayyaf, un riscatto di 600.000 dollari entro il 26 febbraio per il suo rilascio.

Il gruppo terroristico è noto per non avere pietà, se non si paga il riscatto l’ostaggio viene decapitato come è accaduto a due canadesi l’anno scorso quando il loro governo si è rifiutato di pagare.

Jurgen Kantner era stato rapito all’inizio di novembre 2016 nei pressi dell’Isola Laparan (Solovelanet ne diede notizia l’8 novembre). Lui e la moglie erano già stati vittime di un rapimento nel 2008. In quell’occasione vennero tenuti in ostaggio per 52 giorni al termine dei quali il governo tedesco pagò un riscatto di 450.000 dollari.

Rientrati in patria i coniugi Kantner, dopo 7 anni, nonostante tutti, incluso il loro governo, gli avessero sconsigliato di farlo, erano voluti tornare nelle Filippine per recuperare la loro barca il The Rockall, un 15 metri in acciaio con la poppa a punta.

Dopo aver recuperato la barca la coppia si era attardata tra le isole delle Filippine. Jurgen Kantner in un intervista all’AFP news agency aveva dichiarato:”Perché dovrei tornare in Germania, lì non c’è nessuno ad aspettarmi. Dopo 32 anni passati sulla mia barca in giro per il mondo ho perso i contatti con tutti.

A inizio novembre, mentre la coppia dormiva in una rada, la barca fu attaccata da un gruppo di pirati. Nell’aggressione la moglie di Jurgen Kantner fu uccisa a colpi di arma da fuoco mentre cercava di respingere gli intrusi con un fucile da caccia.

Abu Sayyaf nella zona ha rapito un'altra coppia di velisti che fu rilasciata dietro il pagamento di un riscatto pagato dal governo tedesco di 5,1 milioni di dollari.

Il gruppo di Abu Sayyaf si proclama affiliato all’ISIS e professa di combattere per l’indipendenza dello stato da questi creato nel sud delle Filippine e che soggiace alla legge islamica, ma, in effetti, si pensa che si tratti di un semplice gruppo criminale ben organizzato specializzato in rapimenti.

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