Albertoni non ha mancato di ricordare ancora una volta i risultati fatti registrare dal comparto negli ultimi anni. “Secondo l'ultimo rapporto stipulato dal Censis - ha dichiarato - l'industria nautica da diporto ha un'alta capacità di generare ricchezza: un investimento di mille euro mette in moto una produzione di 4.500. Con questo coefficiente siamo consapevoli di poter giocare un ruolo importante nello sviluppo economico, lo stesso che ci ha permesso di raggiungere importanti risultati durante gli ultimi anni, fornendo un contributo al Pil di oltre cinque miliardi di euro e crescendo del 377 per cento nell'ultimo decennio”.
Albertoni si è anche voluto soffermare sull'opportunità di una normativa aggiornata e adeguata al settore. “In quest'ottica - ha continuato il presidente di Ucina - il nostro Paese è indietro ai competitor europei. Mancano leggi adeguate, infrastrutture e un efficiente apparato formativo. Sicuramente abbiamo fatto un passo in avanti nel 2003, con il codice della nautica da diporto che ha dato dignità al settore, creando un sistema che deve ancora perfezionarsi”.
La chiusura dell'intervento è, infine, stata per gli obiettivi futuri del comparto, individuati nell'investimento sui mercati emergenti (già diverse industrie italiane sono state presenti ai saloni nautici di Mumbai, Dubai, Shangai e Johannesburg) e nel rafforzamento del rapporto con le istituzioni.
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