
Il nostro interlocutore è molto arrabbiato e ci dice che in questo modo si brucia una parte della stagione nautica.
A – Chi compra una barca se sa che riuscirà a immatricolarla a stagione finita?
SVN – Quaranta giorni non sono la stagione.
A – Voi avete scritto 40 giorni, ma io vi dico che a volte ne servono anche 60. E con 60 giorni io non posso vendere nessuna barca con consegna dopo il 10 maggio, perché l’armatore non riuscirebbe a immatricolarla in tempo per le vacanze di agosto.
SVN – Quante barche in meno vende in questo modo?
A – Nessuna.
SVN – Come nessuna, ha appena detto che si deve fermare nella vendita quando le consegne arrivano a maggio.
A – Sì, infatti mi sono fermato, in Italia non immatricolo più nulla. Tutte le barche che vendo le immatricolo in Francia dove l’immatricolazione costa un quinto che nel nostro paese e al massimo ci mettono 5 giorni a sbrigare la pratica.
SVN – Quindi non ha un danno?
A – No, in realtà io non ho un danno, ma il mio paese sì. L’IVA su quelle barche non sarà versata in Italia, ma in Francia, si faccia un po’ il conto, io da solo importo barche per circa un milione e mezzo di euro, quindi circa 150.000 euro di Iva agevolata al 10% vanno a finire ai nostri cugini francesi. Lei moltiplichi questo per qualche decina di importatori di cui molti molto più grandi di me e guardi quanti soldi vanno all’estero, milioni.
SVN – Qual è la soluzione?
A – Mi dicono che i ritardi sono dovuti al fatto che non c’è personale e che il poco personale che c’è non lavora solo al registro. Con i milioni di IVA che l’Italia ci rimette potrebbero assumere tutte le persone che vogliono per far camminare speditamente il registro.
SVN – Lei pensa che anche i suoi colleghi andranno a immatricolare in Francia?
A – Sì, già lo stanno facendo, vedrà a ottobre, novembre quante bandiere francesi ci saranno nei nostri porti.
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