
Un bambino di 10 anni, originario del Maryland, è stato attaccato il 17 gennaio da uno squalo, durante un’immersione in una “shark tank” alle Bahamas, più precisamente a Paradise Island. La vittima è stata trasportata in ospedale, dove sono state riscontrate ferite al braccio destro, ma le sue condizioni sono state definite stabili.
Le shark tank sono delle vasche, di dimensioni abbastanza grandi, dove i turisti possono nuotare in compagnia di alcune specie di squali selezionati. Si tratta di un’attrazione turistica presente in alcune zone caraibiche dove c’è una presenza abbondante di squali.

Di solito vengono selezionate delle specie considerate a basso rischio, come lo squalo nutrice, il pinna bianca, lo squalo azzurro, tutte però con apparati boccali estremamente pericolosi nell’eventualità di un morso.
Ai turisti che partecipano a questo tipo di esperienze viene fatta firmare generalmente una sorta di manleva del rischio. I partecipanti si immergono con una guida e un sub istruttore, e devono rispettare un protocollo di comportamenti e movimenti che viene illustrato prima dell’immersione.
Nel caso del ragazzo vittima dell’attacco qualcosa è andato storto, al momento si sa solo che è stato morso poco dopo il suo ingresso in acqua, forse per un movimento fuori posto.
Nei resort che offrono questo tipo di attrazione turistica gli squali delle shark tank vivono di fatto in stato di cattività.
Pur non essendosi registrati negli anni episodi rilevanti, con molti testimoni che hanno dichiarato che questo è stato il primo attacco che abbiano visto, non è escluso che gli animali possano avere reazioni istintive, per paura o per territorialità. Giova sempre ricordare che l’uomo non è una preda nel menù di questi animali, e che gli attacchi avvengono generalmente per altri motivi come quelli citati.
Storicamente lo squalo è una delle “attrazioni” più amate e al tempo stesso temute dall’uomo, protagonista degli acquari o delle immersioni nelle acque caraibiche, l’incubo per i surfisti, ma in fin dei conti è solo un animale che talvolta ci ricorda che il mare è il suo habitat e non il nostro.
© Riproduzione riservata