La raccomandazione nasce dall’investigazione da parte del BSU su di un incidente mortale occorso nel 2015 a un equipaggio formato da due skipper professionisti che avevano noleggiato una barca d’epoca di circa 14 metri, il Desdemona, a due persone meno esperte. Il Desdemona era uscito per una veleggiata in una giornata di poco vento e mare buono.
L’onda media non era più alta di un metro e tutto andava bene quando un’onda più alta delle altre ha fatto scivolare uno dei passeggeri che si trovava a centro barca, all’altezza dell’albero. L’uomo che non vestiva il giubbotto salvagente, era riuscito a prendere la mano di uno dei professionisti che però non ce l’ha fatta a tenerlo e lo ha lasciato andare. L’equipaggio ha prontamente ammainato le vele e acceso motore. La visibilità era ottima e tutto sembrava che si dovesse risolvere con un bel bagno in un’acqua un po’ fredda (16°) che avrebbe provocato al massimo un bel raffreddore.
I due hanno manovrato sino ad avvicinarsi all’uomo e gli hanno lanciato una cima che questi è riuscito a prendere e si è legato alla mano, ma questa è finita in mare perché gli skipper si erano dimenticati di legarne un capo alla barca e l’avevano semplicemente appoggiata sul ponte.
I due skipper hanno rifatto la manovra nuovamente e hanno cercato di lanciare un salvagente, ma questa volta non ci sono riusciti.
Quando finalmente sono riusciti a recuperare l’uomo, non c’era più nulla da fare, era morto.
L’autopsia ha determinato che la vittima aveva un problema al cuore che sottoposto a quello stress ha ceduto.
Introdurre l’obbligo di vestire il giubbotto salvagente sempre, d’estate e di inverno con tempo brutto e tempo perfetto probabilmente non è la soluzione a fatti di questo tipo che avrebbero invece bisogno di una migliore preparazione dei professionisti a bordo delle barche in nolo, ma anche così, contro la superficialità di alcune persone, purtroppo, non c’è alcuna difesa.
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