venerdì 8 novembre 2024
  aggiornamenti

L’85% di tartarughe catturate accidentalmente, rimesse in mare

Tramonta la figura del pescatore professionista che non si cura dell’ambiente e uccide indiscriminatamente

SVN GUIDE CHARTER SVN GUIDE CHARTER SVN GUIDE CHARTER
GUIDE DI CHARTER
Roma - Le nostre acque sono piene di tartarughe marine e un’indagine della TartaLife lo testimonia. Il 71% dei pescatori italiani ha trovato nelle sue reti, almeno una volta nell’anno, un esemplare di tartaruga. Nell’85% dei casi, i pescatori, nonostante non abbiano un buon rapporto con questi animali, sono riusciti a salvare la tartaruga e a ributtarla viva in mare. Il 70% dei pescatori che hanno avuto a che fare con le tartarughe sono riusciti a salvarle mettendo in pratica le basilari nozioni di primo intervento per aiutare un animale catturato accidentalmente.

I dati emergono da un'indagine conoscitiva di TartaLife, progetto finanziato dall'Ue e volto a ridurre la mortalità della tartaruga marina nelle operazioni di pesca.

La stessa indagine, condotta in 13 regioni costiere, mette in evidenza come il 46% dei pescatori veda la tartaruga come un elemento di disturbo al proprio lavoro, soprattutto per chi pesca con i palangari il pesce spada, il tonno e l'alalunga.

Il dato forse più significativo emerso dalla ricerca, oltre al fatto che i pescatori si diano realmente da fare per salvare quante più tartarughe possibile, è che questi non conoscono e quindi non adottano gli strumenti che limiterebbero la cattura delle tartarughe, come gli ami circolari (il 65% dei pescatori non sa della loro esistenza).

Solo il 20% dei pescatori conosce il “Turtle Device Excluded”, una griglia cucita all'interno della rete prima del sacco terminale che ha il compito di sbarrare la strada alla tartaruga ma non al pesce.

© Riproduzione riservata

SVN VIAGGI SVN VIAGGI SVN VIAGGI
ARTICOLI DI VIAGGI
NSS Vendita NSS Vendita NSS Vendita
PUBBLICITÀ