L’idea è nata durante l’incontro di Mura con i ragazzi di Lisca Bianca, un’associazione che si occupa di integrare attraverso il lavoro – in questo momento stanno restaurando una barca in legno che fece il giro del mondo – ragazzi provenienti dall’Istituto penale per minorenni di Palermo, ex tossicodipendenti e migranti.
Francesco Belvisi il tecnico visionario di Lisca Bianca ha montato sulla barca di Gaetano Mura una stampante 3D e Mura l’ha utilizzata in navigazione tra Palermo e Cagliari per stampare l’elica di un idrogeneratore, simulazione di un danno che molti navigatori hanno avuto realmente.
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