Nel frattempo rimane il mistero se l’EPIRB fosse o no del tipo Sea Switch, dalla descrizione di Rosa Cilano fatta al nostro direttore in un primo momento, il modello appariva essere un Sea Switch, il che significa che una volta rimosso dal suo supporto e entrato in contatto con l’acqua questo si sarebbe dovuto accendere. Si consideri che la grande maggioranza di EPIRB, soprattutto quelli montati su barche destinate a lunghe navigazioni sono di questo tipo. Successivamente però la signora Cilano ha specificato che, l’apparecchio è solo manuale.
Rosa Cilano ha spiegato che l’EPIRB’ era ben custodito sul suo supporto in dinette e che durante le diverse decine di miglia di navigazione fatte dal Bright, anche nelle situazioni di mare più agitato, questo non si è mai mosso dalla sua sede. “E’ quindi difficile – continua a spiegare Rosa - pensare che sia caduto dal supporto e scivolato in acqua, per questo credo sia stato Aldo ad accenderlo volontariamente.”
Sulla dinamica dei fatti riguardanti l’EPIRB, la donna è convinta che suo marito abbia attivato l’EPIRB manualmente, quindi ha iniziato le operazioni di richiesta soccorso e poi, probabilmente, ha dovuto abbandonare l’EPIRB per pensare a mettere in mare la zattera.
A questo punto però la domanda è: se la barca è affondata, è possibile che non si trovi alcun relitto di questa.
Rosa Cilano spiega che nella barca c’erano molte taniche di nafta riempite pochi giorni prima alle Azzorre e, compresa quella dei serbatoi, sul Bright c’erano 800 litri di gasolio.
Rosa si dice convinta che se la barca fosse affondata, arrivata a una certa profondità, i serbatoi sarebbero dovuti esplodere a causa della pressione e il gasolio sarebbe dovuto tornare in superficie insieme a tutto ciò che c’era di galleggiante all’interno della barca e sulla superficie del mare quel gasolio sarebbe stato visibile.
Gli elicotteri che si sono succeduti nelle ricerche in questi giorni, da prima quello portoghese e poi quello della Nave Alpino (quest’ultimo ha ispezionato 450 miglia quadrate n.d.r) avrebbero dovuto vedere qualche cosa, il pezzo di una porta o di una paratia, un giubbotto salvagente, o qualsiasi altra cosa fuoriuscito dalla barca. Ma così non è stato.
Sulla superficie dell’oceano non c’è nulla. Nessuna traccia e il mistero s’infittisce, che fine ha fatto il Bright?
Nel 2005 in quella zona ci sono stati degli atti di pirateria, cosa che ha fatto prendere in considerazione anche l’ipotesi che il Bright sia stato attaccato dai pirati.
In una situazione in cui il mistero s’infittisce invece che dipanarsi, una cosa è certa, l’Italia non dovrebbe smettere di interessarsi del Bright sino a quando non emerga un’ipotesi plausibile sulla sua fine.
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