Ecco 3 controlli da fare sulla propria barca prima di partire: il timone, la chiglia e il piedino del motore. Vediamo come controllarli e cosa cercare
In molti anni di attività come perito per imbarcazioni da diporto, ho avuto modo di studiare una vasta casistica di problemi che riguardano le barche usate.
L’esperienza mi ha insegnato che l’armatore tende a sottovalutare quelle problematiche che nella fase iniziale non compromettono il funzionamento della barca, sia che queste siano legate alla scarsa manutenzione del mezzo o che siano causate da incidenti.
Una sottovalutazione che spinge a non porre rimedio in maniera tempestiva, fino a quando l’intervento diventa indispensabile con la conseguenza che la portata del danno e i costi di riparazione aumentano.
Chi, invece, si occupa della manutenzione a livello professionale, a volte considera i piccoli interventi di scarsa reddittività e di conseguenza non è interessato a evidenziare i problemi al proprietario della barca.
La pala del timone
A molti sarà capitato di vedere un perito all’opera. Il “modus operandi” vuole che uno dei primi controlli fatti allo scafo alato sia quello dedicato alla pala o, nel caso ce ne fossero due, alle pale del timone. Il timone è un elemento delicato della barca, questo è esposto a grandi sforzi e a urti accidentali. Nella maggior parte dei casi il timone è realizzato mediante assemblaggio di due semigusci di vetroresina sigillati con stuoie e resina.
Il profilo posteriore della pala è esposto a piccoli urti, abrasioni da parte delle cime sommerse, e sfregamenti di altra natura che possono causare il distacco delle due guance di vetroresina che costituiscono la pala.
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