Tonnellate di plastica raccolte nell’arco temporale di poco meno di due anni con un’azione di pesca che si svolgeva tra i 16 e 120 metri di fondale a una distanza di miglia dalla costa che variava da 3 a 14 miglia - lungo il litorale laziale da Anzio a Civitavecchia.
Secondo i risultati diffusi dalla Regione Lazio il 34% dei rifiuti è composto da imballaggi in plastica (8% bottiglie, 8% film, 1% polistirolo, 17% altri imballaggi), mentre il restante 66% è costituito da residui organici, reti da pesca e da cantiere, stracci e corde in canapa e altri materiali.
Tutto quanto recuperabile è stato riutilizzato per realizzare degli arredi urbani, nello specifico delle panchine per il comune di Fiumicino.
Il progetto della Regione Lazio altro non è che la proposta su scala regionale di un Disegno di Legge nazionale, la cosiddetta operazione “Salva mare” voluta dall’ex Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che al suo interno prevede proprio incentivi per i pescherecci che portano in porto la plastica che raccolgono nelle reti. Il principio è di rendere protagonisti della salvaguardia del mare i primi attori che con lui, e grazie alla sua salute, lavorano e vivono.
Il DDL è stato approvato dalla Camera dei Deputati per poi finire in soffitta durante il cambio di Governo anche se ora sembra essere tornato di moda in Parlamento tanto che sembrerebbe possibile che l’iter per l’approvazione in Senato riparta.
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