Le cinque 5 manovre che il velista deve saper fare che proponiamo in questo articolo per i velisti più esperti saranno scontate e a pensare che una volta non sapevano come farle, gli verrà da sorridere, ma per chi ha poca pratica o si avvicina ora alla vela, queste manovre possono essere degli ostacoli difficili da superare.
La Manovra di ormeggio
Uscire dal porto, a meno che non ci sia molto vento, e a quel punto chi è alle prime armi rimarrà in porto, non è particolarmente difficile, ma rientrare e ormeggiare è la manovra a più alto tasso di stress per chi non ne ha grande esperienza.
Questa può innervosire anche dopo anni di esperienza.
I velisti del nord Europa hanno evitato il problema abolendo la manovra di ormeggio con poppa in banchina. In Inghilterra, Francia, Germania e gli altri paesi nordici si entra di prua e si vede, perché quando arrivano da noi, il cosiddetto ormeggio Mediterraneo, come lo chiamano gli inglesi, li fa diventare matti.
Tuttavia, con un po’ di pratica anche ormeggiare di poppa può essere un gioco da ragazzi, in particolare se non c’è molto vento.
Quando il vento è forte e, soprattutto, se spira di fianco all’ormeggio, la manovra può diventare difficile anche per il più esperto dei velisti.
Per fare l’ormeggio di poppa è fondamentale conoscere poche regole basilari che vi abbiamo spiegato in un articolo intitolato ‘L’ormeggio di poppa in un marina’.
Presa di terzauoli
Un'altra manovra che può rendere molti nervosi, non tanto per le sue modalità di attuazione, quando per il contesto in cui si deve svolgere, è quella della presa di terzaruoli di una barca senza avvolgiranda.
Soprattutto se la barca non è dotata di un circuito di presa di terzaruolo rapida di quelli, per capirci, dove basta cazzare una borosa per richiamare in basso sia la brancarella di prua sia quella di poppa della mano di terzaruoli.
Per prendere una mano bisogna conoscere bene la dinamica della manovra perché questa si svolge quasi sempre in condizioni di vento forte e, a volte, con mare formato. Condizioni nelle quali non si può perdere tempo nel cercare di ricordare come si fa una cosa.
La regola principe da ricordare è ‘prudenza’. La prudenza vuole che più è complessa la manovra di presa di terzaruoli nella nostra barca, prima questa andrà fatta. Fare la manovra quando la barca ci prega di farlo perché cammina con la falchetta in acqua, è stupido e pericoloso. Un bravo skipper prenderà terzaruoli prima che la forza del vento arrivi al suo massimo per la tela che ha a riva.
Anche su questo argomento abbiamo dedicato un articolo per capire come prendere terzaruoli e ridurre tela seguendo un metodo preciso.
Rialzare la barca
Sicuramente vi starete chiedendo, ma che manovra è? In effetti quella di rialzare la barca non è una manovra classica di quelle che si trovano nei manuali, ma è altrettanto importante.
Spesso accade che il velista novizio si diverta a vedere la barca molto sbandata, e pensi che il massimo del saper andare a vela sia mettere la falchetta in acqua, sino a quando poi si mette paura e a volte si blocca perché non sa cosa fare o perché, chi è con lui, anch’esso poco esperto, comincia a dare forti segni di nervosismo.
In realtà ogni barca è progettata per avere un grado di sbandamento ideale, oltre il quale le linee d’acqua escono dalla superficie e la barca rallenta.
Non c’è nessuna barca disegnata per navigare con la falchetta in acqua.
Saper gestire la necessità di riportare la barca in posizione eretta in seguito a una manifestazione di paura dell’equipaggio o dello skipper stesso è una cosa importante e non sempre facilissima quando si è sotto stress.
Le scelte sono tre, orzare, poggiare o lascare.
Orzando e poggiando, soprattutto se non lo si fa con grande accortezza, porterà la barca a sbandare ulteriormente per un breve momento, cosa che potrebbe peggiorare la situazione di stress a bordo della barca.
Se il fine è quello di tranquillizzare chi è a bordo e vede la barca molto sbandata, la cosa da fare per avere un risultato sicuro e immediato è mollare la randa. Nel momento in cui si libererà la scotta della randa dallo strozzatore e la si lascerà filare un po’, la barca si raddrizzerà subito senza prima sbandare ulteriormente.
Una volta rialzata la barca, la si potrà riportare in rotta regolando bene le vele, in modo che questa possa rendere il massimo senza sbandare eccessivamente e ristabilendo un clima rilassato a bordo.
Regolare randa e fiocco
Nel video qui sopra Ferrarese ci spiega come regolare il genoa
E’ un po’ come dire, saper mettere le marce e usare la frizione quando si guida un auto. Se non si regolano bene le vele, la barca non cammina o cammina molto male.
Spesso si pensa che regolare le vele sia una cosa difficilissima riservata ai soli esperti di lunga data, ma non è così.
Come per tutte le cose ci sono dei gradi. Regolare le vele per fare una veleggiata con gli amici sfruttando bene le potenzialità della barca, non è difficile, basta seguire alcune regole di base.
Da qui per poter arrivare a regolare di fino le vele per guadagnare quel quarto di nodo in più e giungere in porto prima dell’amico, il discorso cambia e si fa più complesso, ma comunque è una cosa che si può fare con un minimo di pazienza e dedizione.
Per capire come regolare la randa e come regolare il genoa, abbiamo fatto diversi articoli e realizzato dei viso con un istruttore di eccezione, Roberto Ferrarese, pluri campione del mondo che vanta tre partecipazioni in Coppa America e tre partecipazioni alle olimpiadi.
Ancoraggio in rada
La quinta e ultima manovra fondamentale che a nostro parere il velista deve saper fare, è quella dell’ancoraggio in rada. Velisti super esperti e quelli alle prime armi, hanno una cosa in comune, il piacere di dormire una notte in rada.
Per farlo bisogna saper scegliere la rada e sapervi dare fondo. Dare fondo in rada sembra essere una cosa semplicissima ed è per questo che in un sondaggio fatto da SVN tra gli skipper professionisti, questa è considerata tra le 3 principali cose che chi noleggia una barca non sa fare.
Per sapere come dare fonda per passare una notte in rada, bisogna saper scegliere la rada giusta, sapere quanta catena dare e come darla, quale posizione è più consigliabile prendere all’interno di una rada.
© Riproduzione riservata