I fusti contengono chiusi in sacchi di plastica scarti della lavorazione di una raffineria siciliana. Più volte è stato detto che il contenuto non è tossico, ma la perseveranza con la quale si sta cercando di rintracciare i fusti mancanti, farebbe pensare il contrario.
Ora a scendere in campo è la Marina Militare con la nave Magnaghi. Unità dotata di sofisticate apparecchiature in grado di tracciare una mappa accurata del fondale con la quale rintracciare i fusti.
Il Venezia quella notte era in navigazione da Catania a Genova, e nonostante l’allarme meteo che indicava una forte burrasca sull’Arcipelago Toscano, aveva continuato la navigazione. Alla fine le condizioni del mare hanno causato la caduta in mare di container contenenti i 198 fusti. Nel cadere i container si sono aperti e i fusti sono fuoriusciti, alcuni di questi si sono rotti, ma sembra che fortunatamente il contenuto tossico sia rimasto nei sacchi di plastica di protezione.
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