Spesso questi li consegnano alle autorità che provvedono a farle brillare, ma a molte volte, i pescatori, a rischio della vita, portano a bordo gli ordigni, li disinnescano, estraggono il tritolo e lo utilizzano per la pesca di frodo o lo vendono alla mafia.
Questo è quanto ricorda il gip di Firenze Anna Favi nell’ordinanza d’arresto di Cosimo d’Amato, che il gip ipotizza essere stato il collettore del tritolo che veniva usato sia per la pesca, che per atti mafiosi. Ordinanza che fa riferimento a una sentenza della corte d’assise di Firenze del 1998 sulle stragi di mafia.
Durante quel processo un consulente della procura, il Capitano di vascello Roberto Vassale, spiegò che “Molto spesso i pescherecci incocciano con le reti di questi ordigni che possono essere mine da fondo, siluri, a volte anche bombe di aereo, mine di profondità. E non sempre queste bombe vengono consegnate alle autorità competenti per il brillamento.”
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