venerdì 13 dicembre 2024
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La caverna nel ghiacciaio che fa paura

I ghiacciai si stanno sciogliendo nel loro interno?

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Antartide - Un team della NASA coordinato da un giovane ricercatore pugliese, Casamassima Pietro Milillo, in collaborazione con l’Università di Irvine in California e il centro aerospaziale tedesco di Monaco di Baviera, ha scoperto che all’interno di uno più dei più grandi ghiacciai del mondo, il Thwaites, in Antartico, un mostro di ghiaccio di 120.000 chilometri quadrati, si è formato un enorme buco, una caverna profonda 300 metri e vasta circa 40 chilometri quadrati, una superficie pari a quella di città come Bergamo o Como.

La scoperta ha aperto scenari non piacevoli e posto nuove domande. E se i ghiacciai si stessero sciogliendo più velocemente di quanto ci si immaginasse e invece di perdere pezzi in superficie stessero creando grandi caverne che prima o poi collasseranno portando con sé grandi parti dei ghiacciai, cosa accadrebbe?

La domanda è di fondamentale importanza per il mondo dal momento che il Thwaites è un sorvegliato speciale, perché rappresenta la spada di Damocle sulla terra. Il suo scioglimento porterebbe all’innalzamento di tutti i mari del mondo di 65 centimetri, sufficiente a mandare sott’acqua molte isole del Pacifico, inoltre gli scienziati temono che un tale avvenimento avrebbe conseguenza importanti essendo che questo è strettamente interconnesso con una serie di altri ghiacciai che dipendono l’uno dall’altro. Se il Thwaites si scioglie e collassa scomparendo in mare, dopo poco accadrà la stessa cosa agli altri ghiacciai limitrofi il che potrebbe portare un innalzamento delle acque sino a 2,4 metri, con esiti catastrofici in tutto il mondo.

Se si considera che gran parte del ghiaccio che era contenuto nella cavità si è perso negli ultimi tre anni, ci si può fare un’idea di quanto sia reale e imminente il pericolo.

Che il fenomeno dello scioglimento dei ghiacciai sia imputabile ai cambiamenti climatici determinati dall’uomo è cosa ormai assodata e incontestabile, ma quali siani i meccanismi che portano a tali scioglimenti e, in particolare, all’arretramento della linea di confine tra il ghiaccio ancorato a terra e quello che galleggia non è ancora del tutto chiaro e per capirlo a fondo ci sarà bisogno di diversi anni di studi che il dott. Milillo pensa si dovranno fare sul campo, ovvero, direttamente sul ghiacciaio.

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