Se in Europa, e in parte, in America, la vela pone le fondamenta sulla cultura romantica del marinaio che sfida gli elementi, sembra che in Cina a vincere sia la cultura della giunca. Qui la barca a vela è vista come un mero mezzo per navigare scevro da qualsiasi contaminazione culturale propria dei paesi occidentali, per questo può essere indifferentemente usata per fare regate o per trasportare le famiglie degli amici.
E’ a questa diversa impostazione culturale che si può addebitare il diverso uso delle barche da crociera che fanno i cinesi. In Cina le poche barche a vela da crociera esistenti (in relazione alla vastità delle sue coste) sono viste più come case acquatiche sulle quali passare le giornate che come mezzi per esplorare le coste vicine.
E’, invece, nel mondo delle regate che si sta evolvendo una cultura più velica. I cinesi cominciano a capire che le regate e il possesso di una barca competitiva oltre ad essere un modo per distinguersi dagli altri è anche un modo molto divertente per impegnare i propri soldi.
Parlando con i cantieri e i broker cinesi di barche medie e grandi dimensioni, questi ci dicono che una delle cose più richieste sulle grandi barche è la sala del karaoke.
E’ proprio l’enorme differenza che separa occidente e oriente nella visone della barca a vela che costituisce il più grande ostacolo da superare per i cantieri che vogliono venire in Cina a vendere i propri prodotti.
Se in occidente ci si può rifare a una cultura marinaresca storica della vela da diporto che ha i suoi eroi e le sue storie, in Cina ci si muove su di una tabula rasa tutta da inventare con i vantaggi e gli svantaggi che questo comporta.
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