I dati sono destinati a suscitare molte polemiche perché la CNA è apertamente schierata con Nautica Italiana, la nuova associazione d’imprenditori della nautica che si sta contrapponendo all’UCINA.
I dati del CNA sono incoraggianti e vedono un mercato in moderata ripresa dove la vela guadagna posizioni, anche se, in ogni caso, rimane una nicchia ristretta.
In questo senso il dato che più lascia pensare è che nel 2014 tra le 633 nuove unità immatricolate negli uffici della Capitaneria di Porto, 254, ovvero, il 40%, sono state unità a vela. Un dato in netta crescita se comparato con quello del 2013 dove la vela rappresentava appena il 25% dell’immatricolato e ancora prima quando, nel 2008, anno della conclamazione della crisi, si era abbondantemente sotto il 20%.
Un dato che fa pensare sulla nostra esiguità in fatto di mercato nautico è quello sulle patenti nautiche. In Italia, dopo diversi anni di calo, il numero di patenti nautiche rilasciate ogni anno nel nostro paese, si sta stabilizzando intorno alle 14.000 patenti l’anno. In Francia, paese che ha sentito la crisi come noi, le patenti rilasciate ogni anno sono 90.000.
Ai dati di CNA, che nonostante alcune forzature a favore dell’associazione Nautica Italiana, sono contraddistinti da una ricerca professionale e un’analisi di ottimo livello, sarà dedicato un articolo sul prossimo numero di SVN che uscirà a maggio.
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