Cinque regole che possono salvare la vita quando si fa il bagno in barca
a) Entrare in acqua lentamente: dopo un paio d’ore passate a prendere il sole sul ponte, gettarsi in acqua con un bel salto, è una cosa meravigliosa. Vero, ma il trauma termico che imponiamo al nostro fisico è fortissimo. Se le nostre condizioni sono ideali e se siamo giovani, probabilmente avremo meno difficoltà, ma se abbiamo mangiato, o la nostra forma fisica non è eccellente e soprattutto se non abbiamo più vent’anni, un tuffo così può essere molto pericoloso. In acqua si entra bagnandosi lentamente, soprattutto polsi, caviglie e retronuca.
b) Non fare il bagno se il mare è mosso: in barca non c’è nessuno che alza la bandiera rossa di pericolo quando il mare è mosso, quindi dovremo gestirci da soli. Sottovalutare l’intensità del moto ondoso quando si è sul ponte di una barca, soprattutto se questa è grande, è molto facile, ma farlo potrebbe rivelarsi un grave errore. Una volta in mare, se questo è mosso, rientrare in barca sarà difficile e anche solo salire su di una scaletta, potrebbe rivelarsi un problema.
c) Bagno al largo, almeno uno rimane in barca: una regola d’oro che vale anche se la barca ha una grande spiaggetta di poppa da dove salire e scendere è semplice. Un uomo in barca che controlli chi è in acqua, quando si è in mezzo al mare e la barca non è ancorata, è importante. Il suo compito sarà quello di controllare che non ci sia corrente, intervenire se uno dei compagni che è in acqua si sente male o si mette paura e , in ultimo, controllare che non si avvicinino branchi di meduse che dall’acqua non sono avvistabili.
d) Bagno al largo, tenere sempre una cima in acqua: quando si fa il bagno al largo con la barca non ancorata, è bene avere sempre una cima legata da una parte alla barca e dall’altra a un parabordo, stesa a poppa. Questa tornerà utile a chi dovesse sentirsi male, chi dovesse essere preso dalla paura o chi troppo stanco abbia difficoltà a riavvicinarsi alla barca.
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