La nave che ha naufragato 20 mesi fa e che ha segnato la tragica morte di 32 persone tra cui una bimba di 5 anni, è stata la protagonista di una delle pagine più nere della marineria italiana dove: incoscienza, imperizia e superficialità si sono unite alla codardia.
Ad oggi, tutti gli imputati per quel tragico evento sono stati processati e condannati o assolti, solo uno, il comandante della nave, Francesco Schettino, al quale è stato rifiutato il patteggiamento, è ancora in attesa di giudizio per omicidio colposo, abbandono di nave e abbandono d’incapace a bordo.
Il comandante si difende dipingendosi come un eroe che nel momento della disgrazia ha avuto la prontezza di riflessi di ordinare un’accostata e il varo dell’ancora che avrebbero permesso alla nave di finire sullo spuntone di roccia a pochi metri dalla scogliera dell’isola, salvando così la vita alle migliaia di persone che erano a bordo, ma l’inchiesta dice ben altra cosa.
Le scatole nere confermano che non solo c’è stato l’inchino, ma che il comandante non si è reso conto di quanto fosse accaduto e che, in conseguenza alla sua incapacità di capire la gravità dell’impatto, le disposizioni date in seguito all’incidente hanno portato all’inevitabile tragedia, come l’ordine di abbandonare la nave dato con 50 minuti di ritardo o le rassicurazioni date ai passeggeri invitandoli a rimanere nelle proprie cabine.
Il comandante, una volta resosi conto che per la nave non c’era più nulla da fare, è salito su una scialuppa abbandonando alla propria sorte nave, equipaggio e passeggeri. Evento che è stato ben descritto dalla telefonata intercorsa tra lo stesso Schettino e il comandante della Capitaneria Gregorio De Falco.
Il recupero
In questi due anni 500 tra periti, tecnici e dirigenti hanno costruito i basamenti su cui oggi la Concordia, una volta girata, dovrà poggiare. Quando i cavi di tiraggio entreranno in tensione ci vorranno ancora due ore per cominciare a vedere il movimento della nave che, a fine giornata, dovrà essere ruotata di circa 65 gradi.
Una volta tornata in assetto orizzontale, la nave avrà la prua completamente sott’acqua. Questa tornerà in superficie solo quando saranno attaccati alla murata di dritta una serie di cassoni uguali a quelli che già si trovano sul lato di sinistra che saranno riempiti di aria. In quel momento la Concordia tornerà a galleggiare e potrà essere rimossa, ma per questo ci vorranno ancora diversi mesi.
Questo recupero è il più grande mai tentato a nave intatta. Tutti i relitti di queste dimensioni, sino a oggi sono stati tagliati per essere recuperati, la Concordia sarà la prima nave naufragata di queste dimensioni a tornare in un porto intera.
La telefonata
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