
L’industria nautica, tra stampi e scarti di costruzione, non è famosa per essere una delle più green e in questo senso la stampa 3D potrebbe portare interessanti benefici. Con questa tecnologia si risparmierà per esempio il lavoro per la realizzazione degli stampi e si potrà avere un perfetto controllo sulle quantità di materiale che viene impiegato in una singola costruzione.
La stampante 3D lavora tramite un software che le consente di replicare con esattezza il progetto dei disegnatori e utilizzare la precisa quantità di materiale prevista, se poi questo è anche di origine riciclabile, come nel caso di Beluga, l’impatto ambientale viene ridotto al minimo.
La barca, ideata da Caracol e Nextchem, sarà presentata ufficialmente nel corso della Milano Design Week dal 5 al 10 settembre, ma questa iniziativa non è un’assoluta novità. Nel 2019 Livrea Yacht, di Francesco Belvisi e Daniele Cevola, aveva fatto qualcosa di simile e oggi, sulla scia di questa tendenza, iniziano a esserci diverse aziende del settore nautico che fanno realizzare, o le costruiscono in proprio, componenti e accessori per l’attrezzatura di coperta e non solo realizzati in 3D.
Oltre a ridurre i costi ambientali con il risparmio di materiale, la stampa in 3D per la nautica può essere importante anche per l’abbattimento dei tempi di produzione: qualsiasi oggetto debba essere realizzato non necessita di stampo, il suo tempo di realizzazione è quindi radicalmente minore rispetto alle tecnologie usuali.
Il punto debole resta quello delle costruzioni di grandi dimensioni: la stampa in 3D non è ancora in grado di riprodurre la rigidità e la solidità delle costruzioni tradizionali su barche di grandi dimensioni, ma è lecito aspettarsi dei passi avanti anche in tal senso nel prossimo futuro.
La nautica potrebbe avere presto un’arma in più.
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