Ed è proprio nei 40 ° Sud che Pedote si sta facendo conoscere al pubblico nel suo aspetto più autentico: un Pedote riflessivo, a tratti inquieto e impaurito, ma sempre meravigliosamente stupito dell’immensa forza della natura che gli si muove intorno.
Prysmian Group si trova in decima posizione e nelle ultime 48 ore, mentre si avvicina sempre di più all’Australia, è riuscita a ricucire un po’ le distanze con la testa della flotta, sempre occupata da Charlie Dalin, accorciando il suo distacco a 416 miglia ed è tra le barche più veloci nelle ultime ore.
Da quando è partito da Les Sables d’Olonne lo scorso 8 novembre, lo skipper toscano si è posto, ancora prima della classifica, sempre un problema preciso: la salute della barca.
Pedote vuole portare Prysmian Group al traguardo, non vuole assolutamente infrangere il suo sogno, e se questa strategia gli costerà qualche posto in classifica è pronto a rinunciare a un piazzamento migliore.
L’italiano non ha mai nascosto la paura di avere un problema tecnico che possa mettere a rischio la sua prosecuzione e in questa prima partecipazione al Vendée Globe ha deciso legittimamente di restare molto prudente. Vuole dimostrare al suo sponsor e a se stesso di essere in grado di finire un giro del mondo, con un piazzamento comunque positivo, ma senza rischiare troppo. E sta seguendo con grande precisione questa strategia.
Questo però non significa che Prysmian Group sia in crociera intorno al mondo, Pedote ha dimostrato, ogni volta che lo stato del mare lo consente, di sapere andare molto forte e di non avere problemi a tenere anche medie di 20 nodi, ma farlo anche quando il mare è caotico e formato significherebbe esporre la barca a continue ricadute sulle onde.
Gli Imoca foiler partono in planata staccando l’onda, ma spesso la loro corsa rallenta violentemente alcune onde dopo. Le ingavonate di prua ripetute immaginiamo siano la grande paura di Pedote, per le sollecitazioni che queste impongono alle strutture della sua barca.
Al netto di questo, Pedote si trova comunque nel gruppo di testa a distanze assolutamente ragionevoli rispetto a chi lo precede. Tutto può succedere, potenzialmente nessun risultato è compromesso, e mai come quest’anno la classifica è incerta e non c’è un vero strapotere da parte di nessuno dei concorrenti.
Le prossime 12-24 ore fra l’altro sono favorevoli più per chi insegue, il gruppetto di barche in cui si trova Pedote gioverà di vento al lasco che consentirà una rotta abbastanza diretta verso est. Il leader Charlie Dalin invece lo avrà più in poppa e sarà costretto a bordeggiare perdendo strada.
La situazione di classifica resta quindi molto fluida e tutta Italia soffia sulle vele di Giancarlo Pedote e Prysmian Group.
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Vendée Globe 2020/2021, la nona edizione, 33 skipper, più di 25 mila miglia intorno al mondo, in solitaria e senza assistenza, su prototipi di carbonio iper tecnologici, molti dei quali dotati di foil.
Il record da battere è quello registato da Armel Le Cleac’h su Banque Populaire nel 2016 con il tempo di 74 giorni 03 ore 35 minuti e 46 secondi.
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