Mentre noi ci godiamo la navigazione a vela con le nostre barche, in molte parti del mondo esistono individui che dedicano il loro tempo a progettare le imbarcazioni del futuro. In modo del tutto inconsapevole, queste persone stanno plasmando il mondo del domani, vivendo costantemente con uno sguardo prospettico di alcuni anni oltre il nostro tempo, quasi come se fossero i protagonisti di un film di fantascienza.
Per conoscere questo futuro affascinante abbiamo intervistato Gianguido Girotti deputy CEO del gruppo Beneteau, una delle più alte cariche dirigenziali del secondo gruppo nautico al monda con un fatturato annuo di 2 miliardi di euro.
Intervistare Gianguido Girotti è come fare un viaggio nel futuro. Ricordo chiaramente sei anni fa al Nautico di Parigi quando condivise con me la sua visione su come l'acquisto e l'utilizzo delle imbarcazioni sarebbero cambiati radicalmente. Mi disse che i programmi di gestione sarebbero aumentati molto, che i club Beneteau dove si possono usare barche che non sono proprie sarebbero stati un grande successo e che il charter avrebbe vissuto una forte espansione, tutto questo a scapito del concetto tradizionale di proprietà della barca. Quando mi espresse queste idee, ammetto di aver avuto difficoltà a credergli su alcuni punti. Tuttavia, oggi non ripeterò l'errore di dubitare, poiché tutto ciò che aveva anticipato si è puntualmente concretizzato.
Della mia intervista con Gianguido Girotti fatta al Salone Nautico di Cannes sul fly di un Lagoon Sixty5, vi dirò solo una parte, per riportarla tutta ci vorrebbe un libro. Vi darò solo un assaggio di ciò che si sta muovendo dietro le quinte. Il resto verrà svelato nei nostri futuri articoli o nelle prossime parti di questa intervista.
L'intervista a Gianguido Girotti
SVN – Se potessi avere una palla di vetro come quella che hai tu nel tuo studio e guardare nel futuro delle barche cosa vedrei?
G.G. – Vedresti il seguito di quello che ti ho raccontato qualche anno fa. Il modo di vivere la barca troverà nuove declinazioni, gli armatori, in percentuale sul totale degli usufruitori della barca a vela, saranno sempre meno e ci saranno sempre nuove formule che permetteranno il possesso o il semplice uso delle barche. Secondo me il settore del charter rappresenterà un modo significativo di vivere la barca nei prossimi anni e questo avrà un notevole impatto nel settore.
SVN – Cambierà il charter, e se sì, come?
G.G. – Non so se il charter cambierà e quanto lo farà, ma io sto lavorando perché si arrivi a un cambiamento. Ne parlavo proprio oggi con i nostri azionisti di Dream Yacht Charter e Navigare. Io vorrei che il charter cominciasse a ragionare come l’hotellerie. Attualmente, nel mondo del charter, sembra esserci una carenza di standardizzazione, e vorrei stabilire chiaramente i parametri che definiscono le diverse categorie di servizio.
La mia visione prevede che le società di charter siano valutate e suddivise in categorie simili alle stelle degli alberghi: quattro stelle per quelle che offrono un servizio di livello elevato, cinque stelle per chi raggiunge livelli di servizio ancora superiori e tre stelle per chi offre un servizio più economico, ma comunque adeguato.
Credo che questa tendenza alla settorizzazione nel settore del charter stia emergendo in modo sempre più evidente. Attualmente, una persona che noleggia una barca per 3.000 euro a settimana ha, più o meno, lo stesso servizio che ha una persona che noleggia una barca da 40.000 euro a settimana, ritengo che ciò non sia accettabile. Ogni cliente dovrebbe ricevere un servizio che corrisponda al proprio livello di spesa.
Ad esempio, chi spende 3.000 euro dovrebbe trovare una barca pulita, un marina ben curato e un servizio standard adeguato. D'altra parte, chi spende 40.000 euro a settimana dovrebbe beneficiare di un servizio che va ben oltre, con servizi aggiuntivi come il trasporto in aeroporto, approvvigionamento di provviste a bordo e un'esperienza di rifornimento senza lunghe code al ritorno della barca il venerdì sera.
In sostanza sto lavorando per promuovere una maggiore qualità e standardizzazione nel settore del charter, affinché i clienti possano ottenere esperienze che rispecchino appieno il loro investimento e le loro aspettative.
SVN – Tu credi che ci saranno delle società di charter a 4 o 5 stelle e società a 3 stelle.
G.G. – E’ una cosa difficile da dire, credo che sarà un processo naturale. Se i grandi imprenditori del charter riconosceranno che concentrarsi su un tipo specifico di charter è più redditizio, vedremo l'ascesa di società a 4 o 5 stelle. Se, d'altra parte, si renderanno conto che è possibile gestire livelli di servizio diversificati, avremo compagnie con una gamma multilivello di offerte. L'elemento chiave è che i vari livelli di servizio siano chiaramente definiti.
SVN – Un po’ come si è fatto con le barche premium, lusso o economy.
G.G. – In qualche modo, ma quella classificazione si concentra principalmente sulla qualità o, meglio ancora, sulla vetustà delle imbarcazioni. Io, invece, sto parlando di servizio; è il servizio che farà la differenza in futuro.
Uno sguardo nel futuro della vela e del settore del charter
In questa affascinante conversazione con Gianguido Girotti, Deputy CEO del gruppo Beneteau, abbiamo gettato uno sguardo nel futuro della vela e del settore del charter. La conversazione è stata lunga e ricca di spunti interessanti, pertanto abbiamo deciso di suddividerla in blocchi tematici per condividerla in maniera più funzionale.
Una delle sfide più interessanti del futuro riguarda la trasformazione del settore del charter. Gianguido Girotti ha condiviso la sua visione di una graduazione delle società di charter, simile a quella delle stelle degli alberghi, basata sulla qualità del servizio. Questa visione promette di offrire esperienze più personalizzate e soddisfacenti per i clienti.
La strada verso il futuro della vela è ancora lunga e piena di possibilità. Ciò che è certo è che il settore continuerà a evolversi, offrendo nuove prospettive e esperienze uniche sia per gli amanti della vela che per i neofiti. Rimarremo con attenzione a osservare come queste visioni si concretizzeranno e come il futuro delle barche e della vela ci sorprenderà ancora.
Restate sintonizzati per ulteriori parti di questa intervista, in cui approfondiremo ulteriormente i vari argomenti trattati da Gianguido Girotti.
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