Su diciotto partecipanti hanno passato la linea della partenza in 17, il diciottesimo, l’unico italiano in gara, Francesco Cappelletti, arrivato tardi a Les Sables-d’Olonne, non ce l’ha fatta ad essere pronto e ora conta, in accordo con il regolamento della competizione, di partire entro sabato 7 luglio.
Francesco Cappelletti ha presenziato alla partenza insieme a Alex Carrozzo, il primo italiano a fare una traversata oceanica in barca a vela e che fu anche l’unico italiano iscritto alla Golden Globe Race nel 1968. Alex si dovette ritirare quasi subito a causa di un’ulcera.
La regata odierna commemora quella del 1968 che fu la prima competizione intorno al mondo per solitari in barca a vela, una cosa che al tempo era ritenuta impossibile. La Golden Globe Race fu poi celebrata in molti film e libri di successo.
L’attuale regata prevede che gli skipper navighino su barche con la chiglia lunga costruite prima del 1988 e che siano equipaggiate come nel 1968. Dal cibo che non può essere liofilizzato, all’apparecchio per sentire la musica che deve essere un vecchio mangianastri, tutto deve essere come all’epoca, incluso, chiaramente, gli strumenti di navigazione.
Gli iscritti alla Golden Globe, inizialmente, erano 30, il numero massimo ammesso, e altri erano in lista d’attesa, ma poi, sia la federazione inglese (inizialmente la regata doveva partire dall’inglese Portsmouth, come quella del 1968) sia quella francese hanno giudicato la regata troppo pericolosa e non l’hanno riconosciuta.
Il mancato riconoscimento da parte delle federazioni ha reso molto difficile per gli skipper trovare degli sponsor e di conseguenza molti si sono ritirati.
Il rifiuto delle due federazioni di iscrivere la Golden Globe Race come regata (la federazione francese l’ha iscritta come “tentativo di record”) è dovuta al fatto che le barche a bordo non hanno GPS, AIS o radar, e non possono usare mezzi di comunicazione moderni come telefoni satellitari, il che porta a un livello non accettabile per le federazioni il rischio che gli skipper corrono.
In realtà a bordo c’è una borsa di sopravvivenza all’interno della quale ci sono delle apparecchiature come un GPS e un Epirb, ma questa deve tornare sigillata all’arrivo, in caso contrario, il concorrente è squalificato, quindi gli strumenti in essa contenuti non costituiscono strumenti di prevenzione del pericolo, ma solo di supporto alla ricerca nel caso di gravi problemi o di naufragio.
La teoria degli organizzatori della regata è che come gli skipper sono riusciti a portare a compimento l’impresa nel 1968, ce la possono fare ora. Ma in realtà, nel 1968 sono Knox e Bernard Moitessier compirono l’intero periplo e, sopratutto, al tempo, il traffico marittimo era un decimo di quello di oggi.
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