Toscano, 39 anni, sorriso aperto, Francesco guarda la fidanzata per scambiare emozioni. Qualche anno fa si trasferisce in Inghilterra dove inizia l’avventura nel mondo della vela. Yacht Master e diverse traversate Atlantiche, skipper professionista. Lo scorso anno inizia ad organizzarsi per la Golden Globe comprando un vecchio Endurance ’35, barca solida dalle linee classiche.
Lavori tanti e soldi pochi, ha solo sponsor tecnici che gli forniscono i materiali di cui ha bisogno. Vuole cambiare l’albero che non è messo molto bene, per riportate l’armo da sloop a ketch per la gestibilità in solitario. Ha lanciato un crowdfounding dove gli si può dare una mano concreta, sul suo sito le indicazioni per aiutarlo. Dispiace che Francesco non abbia ancora trovato un main sponsor, un filantropo o una Amministrazione dello Stato che gli possa dare una mano.
“Non mollo, parto comunque; e se sistemo la barca come dico io, ne esce un racer per giocarsi il podio” risponde ad una delle nostre domande.
La regata
Partenza ed arrivo a Les Sable d’Olonne, Capo di Buona Speranza, Capo Leeuwen e Capo Horn; il percorso è semplice, completarlo sani e salvi un po’ più complesso.
Non è una regata come quelle a cui siamo ormai abituati con mostri che fanno medie sopra ai 20 nodi. Dimensioni tra i 32 ed i 36 piedi a chiglia lunga, progettate prima del 1988. No GPS, solo carte nautiche, compasso, squadrette e sestante. No stazioni meteo o routier a terra. No dissalatore. Si radio VHF e HF ma comunicazioni sono solo con il comitato di regata.
Per la sicurezza: EPIRB, tracker, rilevatori passivi di AIS e radar, satellitare solo per 2 sms al giorno al comitato; pannello solare per gestire l’elettronica.
Cinque gate previsti sparsi per il mondo, dove gli skipper dovranno fermarsi per un’ora a disposizione dei media e potranno consegnare i rullini delle foto scattate con fotocamere analogiche.
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