Lo chiameremo Giorgio, anche se il suo vero nome è un altro. “Con questa intervista so che mi metterò nei guai perciò, per favore, niente nomi”. Così Giorgio commenta la nostra richiesta di parlarci dei guadagni degli skipper professionisti. “Su di noi si dicono tante balle, facciamo un po’ di chiarezza” e questa è la motivazione che lo ha spinto, alla fine, a cedere alle nostre richieste.
SVN – Giorgio, tu fai lo skipper di professione, che tipo di skipper sei?
G – Sono uno skipper del charter, porto monoscafi e catamarani con persone che vogliono fare una settimana o due di vacanze in barca.
SVN – La barca che porti è la tua?
G – No, porto le barche delle società di charter. Mi chiamano e io vado.
SVN – Come funziona?
G – Funziona … funziona come funzionano le cose in Italia, all’intreccia e cammina.
SVN – Ovvero?
G – Qualche ammiraglio, qualche anno fa, ha pensato bene di fare da consulente per una legge sui titoli professionali per il diporto e, come sempre avviene quando qualcuno si mette a fare cose che non conosce, ha fatto un macello. Senza che ve la faccio lunga, diciamo che in Italia oggi prendere un’autorizzazione a fare lo skipper professionista è impossibile, di conseguenza noi non esistiamo, siamo abusivi. Le cose sono leggermente cambiate quest’anno perché ci hanno autorizzato a fare gli skipper per i privati, ma non per le società di charter; e visto che chi noleggia una barca è un privato, da quest’anno possiamo fare da skipper in modo regolare per coloro che noleggiano una barca.
SVN – All’atto pratico chi vi chiama.
G – Ci chiama la società di charter per conto del suo cliente. Il cliente non saprebbe dove trovarci, quindi è la società di charter che dice al suo cliente chi potrebbe essere lo skipper. Poi ci sono persone, poche, che ci chiamano direttamente, caso mai perché abbiamo fatto già un charter con loro e si sono trovati bene.
SVN – E quanto chiedete?
G – Generalmente si chiede 200 euro al giorno.
SVN – Netti?
G – Non può essere diversamente.
SVN – Non è poco!
G – Forse, ma deve considerare noi lavoriamo quattro mesi l’anno al massimo e il lavoro è stressante. Quando io attacco non scendo più dalla barca perché a fine settimana scarico un equipaggio la mattina e ne carico un altro la sera. Se non ti organizzi bene diventa problematico anche lavare la biancheria.
SVN – Tutti gli skipper prendono queste cifre.
G – No, c’è chi prende di meno perché non ha esperienza, non è conosciuto, si offre a meno pur di lavorare. I peggiori sono le persone che hanno altri lavori, non sanno con chi andare in vacanza e si propongono per un mese. Ci sono skipper che fanno l’avvocato, il medico, l’ingegnere e un mese l’anno fanno lo skipper. Loro si divertono, guadagnano e chi li ha come skipper si rovina la vacanza.
SVN – Questi sono quelli che chiedono di meno, ma ci sono professionisti che chiedono di più?
G – Sì, certo, ci sono skipper che sono imbarcati tutto l’anno con stipendi anche molto alti. C’è chi arriva a prendere cinque, sei mila euro al mese lordi ed è perfettamente in regolare.
SVN – A che skipper ti riferisci.
G – Ai professionisti dei maxi e dei superyacht. DI italiani ce ne sono pochi, i nostri lavorano soprattutto sulle barche a motore, sulle barche a vela lavorano molto gli americani e i nord europei.
SVN – E anche questi fanno charter?
G – Alcuni sì e altri no. Molti armatori di superyacht quando non usano la barca la mettono a charter.
SVN – Perché tu non hai fatto quella carriera?
G – Non è facile, bisogna essere qualificati, parlare perfettamente l’inglese e anche una seconda lingua se possibile. Bisogna fare un’enormità di corsi e oggi, molti, fanno delle scuole specializzate per skipper o personale di superyacht che insegnano come comportarsi oltre a come portare la barca. Queste sono tutte cose per le quali ci vuole molto tempo e, soprattutto, molti soldi.
SVN – Ci sono anche molti skipper di barche grandi che non hanno fatto questa trafila.
G – Sì è vero, ma non sui superyacht, sulla barca che diventa nave da diporto le cose sono molto più complesse. Quelli che dice lei sono sui minimaxi e i maxi, le brache dai 60 agli 80 piedi che lavorano per armatori privati. Se per i professionisti di armatori privati italiani ce ne sono pochi, per questo tipo di skipper di armatori nostrani ce ne sono tanti. Questi ti assumono anche per tutto l’anno, ma ti segnano come autista, giardiniere, cameriere, e ti pagano1.500 euro al mese o anche meno facendogli fare di tutto, dicibile e indicibile.
SVN – Cosa intendi per indicibile?
G – Indicibile è indicibile, non si può dire.
SVN – Ma se tu potessi tornare indietro, faresti di nuovo lo skipper del charter.
G – Sì, sicuramente, è la mia vita, la mia passione e a me piace moltissimo. Fare lo skipper è un lavoro stressante perché richiede tutto te stesso, non ti puoi risparmiare, devi sempre essere sul pezzo, non sono ammesse distrazioni e se ogni tanto te ne concedi qualcuna potresti essere punito pesantemente. Di contro però fare lo skipper è un mestiere che ti regala tanto, ti permette di vivere a stretto contatto con il mare, di sentirti libero, di sentirti vivo. Il mio mestiere, se devo dirla tutta, non lo cambierei proprio con nessun altro al mondo.
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