Ora, con l’avvento del Coronavirus, questi scenari stanno mostrando i loro limiti. L’assenza di proprietà significa anche, in molti casi, l’assenza di controllo sul bene e di conseguenza un’esposizione a possibili contagi che siano di Coronavirus o altro.
In questa prima estate passata cercando di osservare le cautele imposte dalla pandemia, abbiamo visto un ritorno in massa degli italiani al noleggio di barche. Hanno noleggiato barche sia i velisti consumati, sia chi, non lo aveva mai fatto prima, perché, istintivamente hanno associato l’idea di vacanza in barca a quella di privacy e quindi sicurezza.
Nell’autunno stiamo osservando una corsa all’acquisto della barca. Il mercato dell’usato sta correndo e quello del nuovo è limitato solo dalla scarsa disponibilità di barche, dal momento che dall’inizio della pandemia i cantieri hanno ridotto al minimo la produzione.
In pochi credono che la prossima stagione sarà una stagione Covid free e non vogliono farsi trovare impreparati come quest’anno, quindi, messi da parte i progetti di grandi viaggi all’estero, ecco che ci si vuole assicurare una barca propria dove l’aspetto sanitario sia garantito.
Dopo due anni passati a preoccuparsi degli aspetti sanitari, non si tornerà indietro come se nulla fosse. Il Covid ha cambiato le abitudini delle persone, e se, comunque, la sharing economy continuerà a far presa su una parte della popolazione, non sarà più quell’onda travolgente che gli analisti prospettavano e gli armatori non saranno più da considerarsi esemplari rari di una specie in estinzione.
Parte della popolazione nautica, quella con maggiori disponibilità, tornerà all’idea di far collimare di nuovo il possesso con la proprietà e di disporre di un bene che possa garantirgli la massima tranquillità. I grandi cantieri dovrebbero tenerne conto.
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