
Negli Stati Uniti la U.S. Coast Guard ha pubblicato la Recreational Boating Statistics Report per il 2020, un report dove si riportano dati molto interessanti riguardanti la nautica tra i quali il numero di incidenti.
Tra il 2019 e il 2020 c’è stato un aumento di vittime da incidente in mare che ha coinvolto imbarcazioni a vela e a motore pari al 25,1% e un aumento degli incidenti in generale del 26,1%.
La causa di questo aumento è attribuita all’incremento di persone che hanno deciso di passare le loro vacanze in mare in seguito alla pandemia di Covid-19. Molte persone considerando la barca come un luogo sicuro dove passare le vacanze hanno rivolto la loro attenzione alla nautica determinando un’impennata del settore noleggio e della vendita di barche.
Il maggior numero di persone che hanno scelto la barca come mezzo di vacanza ha comportato anche un aumento del numero di incidenti. Negli Stati Uniti si è raggiunto il poco invidiabile record di 6,5 vittime per 100.000 imbarcazioni presenti sul territorio.
Spesso le persone credono che la barca, soprattutto la barca a motore di dimensioni contenute, sia l’equivalente dell’auto. Si pensa che se si guida un auto si può ‘guidare’ anche una barca, il risultato è un aumento considerevole degli incidenti in mare che nella maggior parte dei casi riguardano barche a motore di piccola taglia.
Anche in Italia, dove avere dei dati è più difficile, si è registrato un forte incremento di incidenti in mare, ma qui le morti sono dovute a barche a motore di dimensioni maggiori.
Diversi incidenti mortali sono stati provocati da barche sopra i 10 metri di lunghezza che hanno speronato a velocità altre imbarcazioni.
Solo a giugno si sono avuti quattro morti, ricordiamo l’incidente avvenuto davanti a Portisco a inizio giugno, dove un fischerman ha colpito a velocità una barca di dieci metri scaraventando in mare il proprietario di questa e dilaniandolo con le sue eliche.
In questo caso non si trattava di un novello della nautica, ma in altri casi, incidenti, seppur non mortali, sono stati provocati da novizi, persone giunte da poco nel mondo delle barche.
Come abbiamo già scritto in altri momenti, questi incidenti in buona parte sono provocati dall’uso improprio del pilota automatico.
Troppe barche viaggiano a velocità elevate affidate al pilota automatico mentre il loro comandante fa altro trasformandosi in vere proprie bombe naviganti.
Probabilmente si dovrebbe prevedere una legge che imponga ai costruttori di questi apparecchi di inserire un dispositivo che richieda la conferma dell’attenzione del pilota in un tempo proporzionato alla velocità della barca.
In pratica, a nostro avviso, i piloti automatici di barche a vela e barche a motore dovrebbero avere un sistema per spegnere i motori e far suonare una forte sirena quando dopo un certo periodo di tempo il pilota non preme un tasto di conferma dell’attenzione.
Questo potrebbe essere un modo pratico per portare i marinai a guadare dove va la loro imbarcazione e evitare inutili morti in mare.
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