Al momento si sa solo che sabato pomeriggio, Vittoria Castellini di Sori, piccolo paese vicino a Camogli e madre di due figli, tornando dal lavoro si era fermata per fare una nuotata come nelle sue abitudini. Vittoria era un’esperta nuotatrice.
Mentre nuotava, la donna, secondo alcune testimonianze, ha visto sopraggiungere la barca condotta da Daniel Lagno, ha cercato di farsi vedere agitando la mano, ma non ci è riuscita. Lo scafo l’ha colpita e dalla ricostruzione dei sommozzatori, dopo l’urto, il corpo è stato risucchiato dalle eliche e dilaniato.
Alcuni testimoni dicono che la Cappellini stesse nuotando “molto lontano da riva” circostanza che se fosse confermata e si potesse collocare la nuotatrice oltre i 200 metri dalla scogliera, renderebbe le responsabilità del Lagno meno pesanti.
Vittoria stava nuotando senza palloncino di segnalazione né una barca appoggio che la seguisse.
Nel frattempo dopo le prime dichiarazioni, lo skipper della barca si rifiuta di rispondere a qualsiasi domanda degli inquirenti.
Anche se si dovesse confermare l’ipotesi che la donna al momento dell’impatto si trovava lontana dalla costa priva di boa di segnalamento, rimane il fatto che chi porta una barca dovrebbe avere la massima visibilità del tratto di mare antistante la prua e rimanere continuamente di vedetta, specialmente nella stagione estiva.
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