La Castellini fu dilaniata dalle eliche della barca condotta dal Lagno il quale dichiarò di non essersi accorto di nulla, ma le conclusioni dell’incidente probatorio non coincidono con quanto dichiarato da Lagno.
L’ammiraglio Lucio Borniotto, perito nominato dal tribunale, ha riferito al gip Roberta Bossi, che il motoscafo condotto da Lagno, non viaggiava a 8-9 nodi come avrebbe dovuto in quella zona, ma a circa 18 nodi il che faceva si che la prua dell’imbarcazione fosse alzata e la visibilità nell’immediatezza della barca, quasi assente. Inoltre, la donna non nuotava a largo come sostenuto dalla difesa, ma tra i 44 e i 65 metri dalla costa, ovvero abbondantemente all'interno della zona riservata ai bagnanti.
La perizia dell’ammiraglio ha anche stabilito che alle 17, ora in cui si è verificato l’incidente, l’inclinazione del sole non era tale da impedire la vista al conduttore dell’imbarcazione se avesse proceduto alla velocità consentita.
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