Da quest’anno la Francia non riconosce più ai superyacht in charter il contratto internazionale MYBA, ma impone il contratto di charter francese e chi non si adegua perde la possibilità di fare gasolio a tariffa agevolata. Ma il contratto francese è molto svantaggioso e nessun operatore vuole fare il passaggio, risultato, come ci racconta il direttore di Marina di Portisco in Costa Smeralda Vasco De Cet, “quest’anno c’è stato un forte incremento di barche francesi”.
Oltre al contratto da charter la Francia ha anche fatto delle imposizioni di tipo fiscale agli equipaggi stranieri che sostano per più di sei mesi in porti francesi e in ultimo ha chiesto agli agenti dei superyacht di pagare una tassa del 33% sui fondi che la proprietà del superyacht gira loro per far fronte alle necessità della barca e che loro restituiscono all’armatore stornata di provvigioni e spese.
Visto che si parla, in alcuni casi, anche di milioni di euro l’anno, gli agenti si stanno agitando per non pagare la tassa su quanto non è di loro competenza, ovvero su tutto ciò che non riguarda le loro provvigioni. E’ difficile per gli agenti francesi spiegare a un armatore russo che deve pagare una tassa del 33% sui soldi che ha inviato in Francia per fare il pieno alla sua barca visto che sulla benzina già si paga una percentuale elevata di accise.
Sempre in fatto di gasolio, alcune norme che sono cambiate questo inverno, rendono per alcune tipologie di barche troppo oneroso rimanere in Francia e per questo si è innescata una migrazione verso i nostri porti anche tra le barche medie.
I direttori dei nostri marina sono ben contenti della cecità dimostrata dai francesi, ma questa deve servire da esempio per i nostri politici che non debbono dimenticare il tipo di danno che hanno creato con la tassa di stazionamento dell’era Monti che non solo non ha portato un euro nelle casse dello Stato, ma che ci è costata una fortuna in termini di posti di lavoro persi e di mancate tasse per mancati guadagni.
© Riproduzione riservata