La Grande Barriera, collocata nei mari dell’Australia nord-orientale e considerata il più grande organismo vivente sulla Terra, è a rischio. Negli ultimi anni il fenomeno dello sbiancamento dei suoi coralli causato dal riscaldamento e dall’acidificazione delle sue acque, l’ha quasi dimezzata.
Peter Harrison, responsabile del progetto per il recupero della barriera e ricercatore del Marine Ecology Research Center della Southern Cross University, spiega come negli ultimi anni non si siano riuscite a insidiare larve sufficienti per la ripopolazione dei coralli.
Questo problema potrebbe ora essere in parte arginato dall’arrivo del nuovo drone subacqueo Larvalbot che, grazie a una tecnica automatizzata, dovrebbe depositare le larve nei punti di barriera danneggiata riuscendo a velocizzare i processi di ripopolare del reef.
Le larve sono state depositate a novembre 2018 e tra sei mesi si dovrebbero vedere i primi risultati con la formazione di nuovi coralli.
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