Le tre risposte proposte erano
a) Navigare su di una barca che non si conosce
b) Navigare di notte
c) Navigare con tanta pioggia
Il 71% dei lettori ha scelto la risposta A scartando la B e la C.
Le ultime due risposte, quella riguardante la notte e la pioggia non erano errate perché entrambi sono elementi che limitano la visibilità in modo deciso e decisivo e alzano molto il livello di difficoltà. Per questo tipo di problema, però, un buon skipper può alzare il livello di prudenza e prevenire i problemi che ne possono derivare. Quello che invece non si può prevenire o, che almeno è molto difficile prevenire sono le soprese che ci può riservare una barca che non si conosce.
Giorni fa al largo di Ponza un ragazzo si è ferito al volto a causa di una puleggia di un carrello del punto di scotta di un genoa che, sotto raffica, è partito finendo addosso al ragazzo.
Cose del genere su di una barca che non si conosce non sono eventi rari. Non conoscendo lo stato dell’attrezzatura non si può sapere cosa può essere messo sotto sforzo e cosa no. Se si deve dare terzaroli su di una barca che si conosce bene, la manovra è semplice e rapida, su di una barca che non si conosce rischia di diventare un avventura.
Per questo la non familiarità con la barca è la cosa che gli skipper di esperienza temono di più, in caso di navigazione in condizioni meteo avverse, tra le tre da noi indicate, sia proprio trovarsi su di una barca che non si conosce.
Il fatto che il 71% dei nostri lettori abbiano risposto in quel senso indica l’alto livello di preparazione di chi segue il giornale. Questo anche in considerazione del fatto che le altre risposte non erano errate, la notte e la pioggia, per le esperienze personali possono sicuramente, per alcuni skipper molto preparati, rappresentare un pericolo molto temuto.
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