venerdì 21 marzo 2025
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Ore decisive per l'operazione Top Kill

Il pompaggio di fango e cemento sembra funzionare. Per la British Petroleum, tuttavia, è ancora troppo presto per cantare vittoria

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New Orleans – Al momento, è ancora troppo presto per sapere se quel dannato buco nella Deepwater Horizon è stato chiuso. I tecnici della British Petroleum, società che gestisce la piattaforma petrolifera affondata nel Golfo del Messico lo scorso 20 aprile, sono impegnati nell'operazione Top Kill. Ovvero, pompare fango e cemento nel pozzo per chiudere definitivamente la falla.
Dopo una pausa di sedici ore, dovuta a problemi tecnici, i lavori sono ripresi oggi. Sembra che il greggio abbia smesso di uscire in mare, anche se dalla compagnia petrolifera fanno sapere che è troppo presto per cantare vittoria. Secondo le stime del servizio geologico statunitense, sono usciti in mare dai 12.000 ai 19.000 barili di greggio al giorno. Sarebbero, quindi, 68 milioni i litri complessivi versati in mare dalla Deepwater Horizon; una quantità decisamente superiore rispetto ai 42 milioni di litri versati dalla petroliera Exxon Valdez nel 1989, in quello che fino ad oggi era considerato il più grave disastro ecologico per gli Stati Uniti.
Il premier americano Barack Obama ha già annunciato che la compagnia British Petroleum “dovrà pagare fino all'ultimo centesimo per i danni causati”. Al momento, l'azienda ha già speso 930 milioni di dollari per cercare di tappare la falla.

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