Partita lo scorso 14 luglio dal porto di La Spezia, la nave Virginio Fasan ha partecipato per la prima volta a questa missione, in cui ha assunto il ruolo di Flag Ship il 27 luglio subentrando alla Marina spagnola.
Durante l’attività di pattugliamento la fregata italiana è intervenuta, lo scorso 19 novembre, nel fermo di alcuni sospetti pirati somali che i giorni precedenti avevano attaccato un mercantile e un peschereccio oceanico, in transito nell’Oceano Indiano al largo delle coste somale.
In questi cinque mesi, la nave Virginio Fasan ha fatto sosta nei porti di Oman, Gibuti, Mayotte, Tanzania, Seychelles e Madagascar, dove sono state condotte attività addestrative a favore delle forze di polizia locali e umanitarie nei confronti delle comunità locali.
Nel dettaglio sono state 29 le attività di Local Maritime Capacity Building (LMCB) nelle quali sono stati addestrati 266 militari delle forze di polizia marittima di 7 diversi paesi, con lo scopo di trasmettere loro le conoscenze necessarie per operare in autonomia nel contrasto alle attività illecite, tra le quali la pirateria.
Le attività di Civilian and Military Cooperation (CiMiC), svolte invece in quattro diversi paesi africani, hanno permesso all’equipaggio di fornire supporto nel soddisfare le esigenze primarie della popolazione civile disagiata.
Altrettanto numerose sono state le esercitazioni e le cooperazioni svolte con le altre forze navali presenti, tra cui le marine della Cina, Corea del Sud, India, Oman e Seychelles, impegnate nella stessa area in diverse missioni internazionali.
L’attenzione dell’intera Europa in generale, quella del nostro Paese e della Marina Militare in particolare nel Corno d’Africa testimonia come la regione mediterranea non possa essere considerata come un sistema chiuso, ma un’area sottoposta agli effetti delle dinamiche politiche, sociali, economiche, culturali e religiose esercitate dalle zone adiacenti.
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