Quando l’uomo, 42 anni, è partito sabato mattina aveva con se un GPS, un telefono satellitare e dei viveri liofilizzati. Poco dopo la partenza la Guardia Costiera per telefono lo aveva avvertito che quello che stava facendo lo esponeva a gravi pericoli e gli aveva proposto di mandare una motovedetta a recuperarlo, ma l’uomo aveva rifiutato e si era detto convinto di essere al sicuro e che sarebbe arrivato a destinazione.
Tre giorni dopo, a 70 miglia dalla costa, Baluchi ha attivato l’epirb e fatto scattare le operazioni di soccorso.
Un elicottero della Guardia Costiera lo ha raggiunto nel giro di pochi minuti, un nuotatore si è tuffato e ha raggiunto la grande palla in mezzo al mare, facendo uscire Baluchi e assicurandolo all’imbracatura per caricarlo sull’elicottero.
L’uomo era disorientato e mentre veniva salvato continuava a chiedere quale fosse la direzione per Bermuda.
Gli uomini della Guardia Costiera hanno spiegato che all’interno di una palla di plastica come quella usata da Baluchi, durante il giorno la temperatura può raggiungere livelli superiori ai 40 grandi con un riciclo d’aria prossimo allo zero e la conseguente scarsità di ossigeno. Da qui, con tutta probabilità lo stato confusionale dell’avventuriero.
L’uomo, ha detto, la Guardia Costiera è stato fortunato a riuscire a lanciare il mayday prima di perdere coscienza, in quel caso sarebbe morto nella palla.
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