Il Clyde Challenger stava traversando l’Atlantico diretto verso le coste inglesi quando, in una situazione di mare agitato, si è scontrato con un’onda anomala che, come detto dallo skipper Roy Graham, “viaggiava in senso contrario alle altre onde.”
"L’onda ci ha colpito e ci ha rovesciato, l’albero è andato a finire in acqua e si è spezzato all’altezza del ponte," spiega Graham.
L’equipaggio, composto da 14 persone, tredici inglesi e un americano, ha tagliato velocemente tutte le sartie e si è liberato dell’albero mettendo in sicurezza la barca che, fortunatamente, non aveva riportato seri danni.
Lanciato il mayday, il centro di soccorso che controlla l’area ha inviato un C 130 della US Navy che ha individuato la barca alla deriva. A quel punto è stato chiesto a una nave mercantile di cambiare rotta per raggiungere i naufraghi, ma questa era molto lontana, la stessa richiesta è stata fatta al cacciatorpediniere HMS Dragon, una nave da guerra Type 45, una delle navi più moderne della marina inglese.
I’HMS Dragon ha viaggiato per 500 miglia a 30 nodi di velocità per raggiungere nel tardo pomeriggio del secondo giorno dal naufragio il Clyde Challenger.
I militari hanno messo a mare due grandi gommoni con i quali hanno recuperato tutte e 14 le persone a bordo che erano in buone condizioni di salute.
Un sottoufficiali addetto al recupero ha dichiarato:”Quando siamo arrivati abbiamo trovato la barca alla deriva senza albero. Avevamo solo 3 ore di tempo per portare in salvo l’equipaggio prima che facesse notte, così, una volta manovrato, abbiamo messo in mare entrambi i gommoni di cui è dotato l’HMS Dragon e siamo andati a prenderli. Non è stato semplice a causa delle onde che erano ancora abbastanza alte, ma ce l’abbiamo fatta senza che nessuno si sia fatto male.”
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