
Quando è tornato, la barca, un RM 1350, invece di essere in rada, era a un miglio di distanza dove da tre giorni il mare la sbatteva contro le rocce.
Con l’aiuto del Saba National Marine Park, che ha messo a disposizione 5 sommozzatori, e quello di una società di recupero locale, che ha inviato tre battelli tra i quali un piccolo rimorchiatore, il quarto giorno i soccorritori sono andati a cercare di recuperare il recuperabile del Kirikou.
L’unità di soccorso si aspettava di trovare solo un mucchio di legni alla deriva (gli RM sono costruiti in compensato marino stratificato con resine epossidiche), ma nonostante le onde fossero state abbastanza alte da sollevare la barca e rigettarla a ogni passaggio sulle rocce, il Kirikou, seppur pesantemente danneggiato, ballava ancora sulle onde.
I sommozzatori, dimostrando non poco coraggio, hanno ispezionato la carena constatando che le due chiglie erano incredibilmente ancora al loro posto e che circa tre quarti di barca era ancora in ottime condizioni, dopo di che sono saliti a bordo per assicurare i cavi di traino.
Sono occorsi tre tentativi perché il rimorchiatore riuscisse a strappare il Kirikou all’abbraccio delle rocce.
Lo specchio di poppa, il timone e la carena sino alla paratia di poppa erano state portate via dal mare. Del motore non ce n’era più traccia, ma nonostante ciò, incredibilmente, la barca era ancora a galla e, grazie al rapido intervento dei soccorritori che hanno inserito e azionato delle pompe a grande portata, la barca è riuscita ad arrivare in porto, dove è stata subito alata.
Come si vede dal video, la barca per 4 giorni è stata sollevata centinaia di volte e sbattuta sugli scogli. Come la chiglia sia riuscita a rimanere al suo posto e lo scafo a non cedere completamente è spiegabile solo con la grande robustezza che ha la particolare tecnica utilizzata per la costruzione.
Nel naufragio la famiglia francese ha perso molti averi e quelli che non sono stati portati via dalla corrente sono stati ritrovati in pessime condizioni. A soccorrerli con vestiti e accoglierli sotto un tetto sicuro ci hanno pensato gli abitanti dell’isola.
Ora ci vorranno più di tre mesi per rimettere a posto il Kirikou, dopo di che la barca riprenderà il suo lungo viaggio e l’armatore, come ha più volte dichiarato, non la lascerà mai più da sola in rada neanche per un attimo.
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