La disavventura per i tre diportisti che domenica scorsa hanno fatto naufragio in Adriatico è stata per fortuna solo una grande disavventura. All’alba di domenica mattina i tre membri dell’equipaggio stavano navigando a bordo di una barca a vela inferiore ai 10 mt, erano partiti da Caorle ed erano diretti a Cervia, in condizioni meteo fino a quel momento segnalate come non proibitive.
La Capitaneria di Porto di Ravenna ha raccolto la loro chiamata d’emergenza poco prima delle 6 del mattino, con la barca a vela che si era incagliata sulla barriera frangi flutti posizionata davanti il litorale di Lido di Classe.
La situazione è apparsa subito abbastanza grave, con l’equipaggio che dichiarava di avere un’importante via d’acqua a bordo e di non riuscire a porvi rimedio.
Immediata l’uscita da Ravenna della Guardia Costiera, che ha raggiunto velocemente il luogo dell’incidente.
I tre naufraghi sono stati evacuati senza che per loro fosse necessaria l’assistenza medica, mentre la barca affondava inesorabilmente adagiandosi contro il frangiflutti.
Fortunatamente non sono state segnalate chiazze di combustibile o di altro materiale inquinante. Il recupero del relitto è stato inizialmente rinviato perché nel frattempo le condizioni meteo erano peggiorate, poi è stato lo stesso armatore ad occuparsene e a trasferire la barca in cantiere per valutare i danni.
Da appurare ancora le cause dell’incidente. Non è chiaro se si sia trattato di un errore di navigazione o di eventuali problemi tecnici. La posizione della barriera di scogli è nota e segnalata sulle cartografie.
All’ora dell’incidente non c’era ancora luce e a volte l’Adriatico si riempie di foschia riducendo notevolmente la visibilità. I giochi di luce con la costa potrebbero avere fatto il resto ingannando la visuale; ma si tratta soltanto di un’ipotesi, la Capitaneria di Porto non ha diffuso dettagli sull’accaduto.
© Riproduzione riservata