Quando la polizia dell’isola è arrivata a bordo della barca, dopo essere stata avvisata da due sub che avevano avvistato il relitto, ha trovato un corpo riverso dietro la ruota del timone in avanzato stato di decomposizione.
Durante l’ispezione dello scafo sono stati rinvenuti 204 pacchetti di cocaina da 1 chilo l’uno per un valore approssimativo di 93 milioni di euro.
L’identità dell’uomo è ancora ignota, l’unica cosa che si sa è che non si tratta di un cittadino di Tonga, ma di un europeo.
Alle indagini collaborano oltre alla polizia locale di Tonga, quella Australiana, quella della Nuova Zelanda e l’FBI.
JeReVe, nei mesi scorsi, era stata messa sotto controllo dall’agenzia antidroga degli Stati Uniti e dalla polizia Australiana poiché, dopo aver fatto rotta dalle Canarie all’Equador, dove aveva fatto dogana denunciando di avere un equipaggio composto da due persone, aveva destato sospetti di svolgere traffici illeciti.
La polizia Australiana ipotizza che la barca fosse un corriere di un’organizzazione internazionale dedicata allo spaccio di stupefacenti e che il suo compito fosse quello di portare la cocaina in Australia.
Perché la barca è naufragata? Com'è morto l'uomo trovato a bordo, e soprattutto, dove si trova il secondo membro dell'equipaggio, è ancora vivo, o è morto anche lui?
Un caso difficile da risolvere quello del JeReVe, e dopo i risultati dell'autopsia effettuata dall'istituto di medicina legale di Vanuatu sul corpo ritrovato a bordo, il mistero dell’isola di Tonga si infittisce, dai risultati non sono emerse evidenze che lascino pensare a una morte violenta.
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