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sabato 5 ottobre 2024
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Navigatore solitario perde la barca per una burrasca, salvato da una nave mercantile

Navigatore solitario sopravvive a un naufragio in Atlantico durante una burrasca; salvato da nave mercantile dopo 20 ore in zattera

Martin Daldrup
Martin Daldrup
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Martin Daldrup, un navigatore solitario tedesco, ha affrontato una notte estremamente difficile mentre navigava l'Atlantico da New York in rotta verso Città del Capo a bordo del suo Bavaria 34 'Jambo'.

La sua traversata, iniziata ad agosto, si è trasformata in un incubo quando una forte burrasca si è abbattuta sulla sua rotta. Già dal giorno precedente, Martin aveva avuto preoccupazioni, notando una tempesta in arrivo sull'orizzonte. Con il vento a 25 nodi e onde di 3 metri, le condizioni meteorologiche peggioravano rapidamente.

Jambo all’inizio ha resistito alle gigantesche onde che si infrangevano su di essa, poi qualche cosa ha ceduto e il piccolo Bavaria, barca con varie decine di anni sulle spalle, ha iniziato a imbarcare acqua.

Martin, navigatore esperto, ha capito che era giunto il momento della resa per il Jambo. Non c'era più nulla da fare, la sua amata barca sarebbe affondata.

Mettendo in mare una zattera autogonfiabile e lanciando un mayday, Martin si è preparato alla richiesta di soccorso e all’arrivo dei soccorsi. In quelle ore di attesa ha cercato di mantenere il contatto con sua moglie attraverso il telefono satellitare. Sul suo blog su PredictWind, ha condiviso un messaggio che confermava l'imminente affondamento del Jambo e l'arrivo dei soccorsi.

La nave mercantile Alanis, battente bandiera di Antigua e Barbuda, è stata messa in allerta dal centro di ricerca e soccorso, deviando dalla sua rotta per dirigere verso il punto del naufrago. Dopo un’attesa di 20 ore, Martin è stato finalmente tratto in salvo dalla nave Alanis, le sue condizioni fisiche erano sorprendentemente buone nonostante le difficoltà affrontate in mare.

La vicenda di Martin Daldrup sottolinea l'importanza della preparazione alla navigazione, del controllo emotivo e della risposta tempestiva da parte dei soccorritori in situazioni di emergenza in mare.

Solitari Social: Navigatori Solitari nel Mondo dei Social Media

I solitari di oggi sono notevolmente cambiati rispetto a quelli di un tempo. Alcuni di loro viaggiano con un occhio attento ai social media.

Ad esempio, Martin Duldrup, nonostante la sua condizione di solitario, gestisce un blog seguito da migliaia di appassionati che lo accompagnano virtualmente in ogni sua navigazione.

Se pensiamo all'antico stereotipo del navigatore solitario che parte da solo, lontano da tutto e da tutti, rinunciando persino a un possibile primo posto al Golden Globe pur di evitare il contatto con la terraferma e le persone, come fece Moitessier, allora Martin Duldrup si discosta notevolmente da questo modello.

Martin è tutto tranne che un vero solitario, anche se solca i mari da solo. Ha un blog con migliaia di appassionati che lo seguono in ogni suo viaggio. È molto attento a tenere aggiornati i suoi follower, e quando si trova impegnato in situazioni particolarmente impegnative come il salto sulla zattera per salvarsi la vita, ci pensa la sua compagna Anke che lo segue da casa.

Ciò che rende Martin diverso dai navigatori di un tempo è la sua abitudine di condividere le proprie esperienze in tempo reale. Quando è stato costretto ad abbandonare la sua imbarcazione a causa di un'avarìa grave e a rifugiarsi su una zattera, ha tenuto informati i suoi follower minuto dopo minuto. Ha documentato il momento in cui la sua amata barca, il Jambo, è sprofondato e ha persino scattato selfie, sia mentre si allontanava dalla barca che quando è stato finalmente salvato da un cargo che aveva fatto rotta velocemente verso di lui attraversando l'Atlantico. Insomma, è un vero "solitario social".

Martin non è un caso isolato; altri solitari, seppur con minore successo, cercano di fare lo stesso: condividere le proprie avventure attraverso i social media.

Ma perché lo fanno?

La risposta a questa domanda è complessa e richiede una riflessione più approfondita. In effetti, le motivazioni possono variare notevolmente.

Ciò che è certo è che i solitari social non cercano di sfuggire al mondo; al contrario, vedono la loro navigazione estrema come un modo per essere al centro dell'attenzione, protagonisti del mondo.

Alcuni possono ritenere che chi sfrutta appieno i social media, soprattutto in situazioni estreme, lo faccia per ottenere un vantaggio economico, ma non è sempre così.

Nella maggior parte dei casi, a meno che il navigatore in questione non sia già una figura di rilievo, non c'è un ritorno finanziario significativo.

Una seconda interrogativo che ci si pone è se questi navigatori possano ancora essere definiti solitari.

La nostra opinione è che sì, ma preferiamo chiamarli "solitari social". Certo, i solitari social non hanno il fascino dei solitari tradizionali.

È evidente che per queste persone l'apparire, l'essere seguiti e apprezzati dagli altri è una motivazione fondamentale per il loro spingersi oltre i limiti. Non crediamo che ci sia nulla di male in questa nuova prospettiva; anzi, questi uomini e donne permettono ad altri di sognare di fare quello che stanno facendo loro con maggior realismo.

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