
L'indagine aperta dalla Procura di Latina nel 2009 avrebbe fatto emergere uno stato di illegalità diffusa per ottenere favoritismi nella concessione delle licenze per diversi tipi di attività commerciali
Ponza - Trena persone sono finite sul registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta Ponza Nostra, aperta nel 2009 dalla Procura di Latina e riguardante presunte infiltrazioni camorristiche all'interno del tessuto socio-economico dell'isola pontina. Il procedimento è stato avviato due anni fa dopo un'aggressione ai danni di un avvocato di Formia, pestato a sangue nel suo studio.Due anni di intercettazioni avrebbero così permesso di ricostruire uno scenario di illegalità diffusa, fatto di intimidazioni e pressioni per ottenere favoritismi e scorciatoie nella concessione di licenze per diversi tipi di attività commerciale. Tra gli indagati figurano infatti amministratori comunali come il sindaco Pompeo Porzio, gestori dei pontili, rappresentanti delle forze dell'ordine e anche Angelo Bardellino, un familiare del defunto boss dei casalesi Antonio Bardellino. Le ipotesi di reato sono molteplici, diverse a seconda degli indagati; tra queste, corruzione, concussione, falso in atto publico e abuso d'ufficio. Secondo il procuratore Andrea De Gasperis e il pm Giuseppe Milano gli indizzi raccolti sarebbero più che rilevanti.
© Riproduzione riservata