La nave dei Sea Shepard, la Farley Mowat, stava recuperando le reti per la pesca di frodo in un’area protetta dove vive la vaquita, mammifero a forte rischio di estinzione, quando un gruppo di piccole barche di pescatori di frodo chiamate “panga” ha attaccato la nave dei pirati verdi con il lancio di bottiglie molotov che hanno innescato un incendio a bordo.
Il comandante della Farley Mowat ha così deciso di defilarsi aumentando la velocità, ma in quel mentre una piccola barca di pescatori si è lanciata contro la prua della nave, l’impatto sembra sia stato inevitabile e la panga si è spezzata in due.
I due uomini che erano a bordo sono stati sbalzati in mare e poi recuperati dalla nave militare messicana che segue sempre i Sea Shepard in quelle acque per difenderli proprio da quegli attacchi. A recupero avvenuto uno degli uomini riportava la frattura di alcune costole, mentre il secondo risultava essere senza vita.
La situazione è particolarmente pericolosa per i Sea Shepard e per questo navigano scortati da una nave militare. Gli attacchi che subiscono non vedono protagonisti poveri pescatori locali che difendono la loro unica fonte di reddito, ma uomini al soldo della malavita organizzata che cacciano il totaba, un pesce che viene utilizzato per la preparazione di medicinali nella medicina tradizionale cinese e che viene pagato molto bene.
La piaga della pesca illegale condotta dalla malavita organizzata non è un’esclusiva del Messico, anche in Italia le organizzazioni criminali sono impegnate nella pesca illegale e anche da noi i Sea Shepard scendono in campo per contrastarle.
Andrea Morello, il fondatore della Sea Shepard Italia, spiega come anche i Pirati Verdi nostrani abbiano subito intimidazioni e attacchi, ma che grazie alla collaborazione della Guardia Costiera, della Guardia di Finanza e della Polizia Ambientale, nel 2020 hanno contribuito alla confisca di 950 chilometri di reti illegali.
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