I ricci di mare stanno scomparendo dal Mediterraneo e non solo dal nostro mare, la causa nota è il massiccio prelievo dell’uomo, ma non è solo questo a causare l’impoverimento di questa preziosa risorsa.
L’acqua sempre più calda e meno ossigenata e l’inquinamento giocano un ruolo importante.
A conferma di questa tesi sono arrivati i sorprendenti risultati di una ricerca svolta per la tesi di Master della biologa marina Marta Sevillano González, dell’Università di La Coruña, in collaborazione con l’Università di La Laguna, con il coordinamento del professore di chimica analitica, Javier Hernández Borges.
I risultati di questa ricerca, svolta presso le Isole Canarie, sono preoccupanti. All’interno dei ricci di mare è stata trovata microplastica in quantità. Si tratta di un rilevamento mai registrato prima, dato che era difficilmente immaginabile che anche i ricci di mare potessero subire l’inquinamento da microplastiche
.Tra le microparticelle campionate all’interno dei ricci, alcune erano microfibre di natura cellulosica, quindi naturali, c’erano polipropilene e polietilene tereftalato, plastiche usate per imballaggi, bevande e abbigliamento.
Secondo le ipotesi della ricerca questo tipo di inquinamento potrebbe avere esiti negativi sullo sviluppo degli embrioni dei ricci, dato che spesso le microplastiche sono state ritrovate concentrate negli organi riproduttivi.
Il riccio in Italia e il caso Sardegna
Il ruolo del riccio di mare è vitale per molti ecosistemi, e anche in Italia negli ultimi tempi questi particolari abitanti del mare sono diventati sempre più rari.
La pesca di frodo e l’inquinamento hanno impoverito la risorsa e diverse regioni hanno vietato la pesca dei ricci di mare obbligando i professionisti a lunghi fermi biologici. Una decisione che, soprattutto in Sardegna, sta suscitando molte polemiche.
Gli incentivi promessi e l’inserimento dei pescatori professionisti sardi in un programma di monitoraggio della risorsa erano il “risarcimento” previsto per il fermo che durerà fino al 30 aprile 2024.
Le associazioni dei pescatori al momento denunciano l’assenza di un programma che li coinvolga e hanno chiesto ufficialmente alla Regione la riapertura della pesca. Una diatriba che potrebbe avere altri capitoli nel prossimo futuro.
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