Prende così una forma concreta la linea di pensiero espressa dallo stesso Burlando durante il Salone di Genova, in cui era stata posta l’attenzione sull’eccessiva proliferazione di posti barca in un contesto, quello ligure, dove negli ultimi dieci anni si era già verificato un forte incremento (da 10.000 agli oltre 24.000 attuali).
“Le valutazioni che vanno approfondite – si legge in una nota della Regione Liguria – riguardano il rapporto che deve esserci tra la tutela di un territorio costiero molto delicato e già notevolmente utilizzato per gli approdi e urbanizzato, le modalità stesse di realizzazione degli approdi (un conto è utilizzare strutture già esistenti che possono essere riconvertite verso l’uso turistico, un altro è intervenire su tratti di costa non compromessi) e il tipo di offerta che si realizza.
Si tratta sia di considerare il valore in sé dei beni ambientali e paesaggistici, sia di definire valutazioni realistiche sui rapporti tra investimenti e benefici economici per il turismo in un’ottica generale del comparto. Non basta più una verifica di fattibilità tecnico ambientale delle proposte progettuali, senza un ragionamento più ampio sul modello di sviluppo”.
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