Un centinaio di barche hanno così dovuto lasciare gli ormeggi e rimanere ancorate in rada, mentre nel pomeriggio di ieri i gestori dei pontili sono scesi in piazza per chiedere l’immediato dissequestro delle strutture, anche perchè l’oggetto incriminato è rappresentato dai corpi morti e non dai pontili galleggianti. Non ci sono tuttavia ancora notizie sulle possibili evoluzioni del caso. Il comune potrebbe disporre il riutilizzo dello specchio acqueo soltanto con l’autorizzazione del proprietario del demanio, ovvero la capitaneria di porto di Gaeta. E per questo motivo, alcune possibili frizioni tra i due enti tarderebbero la rimozione dei sigilli dall’approdo.
L’unica certezza è rappresentata dal grave danno economico subito da molti operatori dell’isola, bloccati nella loro attività proprio alle porte del week-end che avrebbe dovuto coincidere con l’apertura della stagione turistica, e una settimana prima della festa patronale.
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