Che ci fa un sottomarino militare nell’affollatissimo, per traffico marittimo, Stretto di Messina? La domanda se la sono posti forse anche i diportisti che nelle ultime ore hanno navigato in quelle acque, avvistando l’ingombrante presenza.
Si tratta dell’esercitazione Mare Aperto 2022 iniziata lo scorso 3 maggio che per tre settimane vedrà impegnati oltre 4.000 militari di 7 nazioni della NATO e oltre 65 tra navi, sommergibili, velivoli ed elicotteri, operare tra l’Adriatico, lo Ionio, il Tirreno e il Canale di Sicilia.
Nelle ultime 24 ore sono state protagoniste dell’esercitazione le acque dello Stretto di Messina che ha visto una fase di addestramento dei sottomarini militari.
Non a caso una parte dello Stretto è stata interdetta alla navigazione, ma le manovre in alcuni frangenti sono state visibili anche da lontano.
Lo Stretto di Messina è uno dei grandi patrimoni naturali italiani, e non è stato l’unico a essere interessato dall’esercitazione Mare Aperto dato che questa si sta svolgendo in tutto il Mediterraneo.
Sono coinvolti 5000 militari, con mezzi via terra, aria e mare, in rappresentanza di sette paesi Nato. In Sardegna il porto di Cagliari per esempio vede in questi giorni la presenza della nave Anfibia San Giorgio, una delle 65 coinvolte nelle operazioni Mare Aperto.
In un momento di grave instabilità geopolitica a causa del conflitto in Ucraina, risultano quanto meno sinistre le operazioni nelle acque italiane di questi giorni, senza dimenticare il fatto che i movimenti di questi mezzi stanno avvenendo lungo le nostre coste, con tutto quello che ne consegue a livello di inquinamento, disturbo sonoro e rischi per un eventuale incidente.
In Sardegna per esempio sono ben 17 le zone, molte delle quali costiere, interdette alla navigazione.
Chi in questi giorni naviga in barca, in via precauzionale, è bene che si verifichi se lungo la propria rotta possano esserci zone di interdizione, dato che la Mare Aperto, in vari step, è in programma fino al 27 maggio.
© Riproduzione riservata