A raccontarlo è stato lui stesso, ai microfoni di The Last Call, una produzione video della stessa Coppa America, pubblicata recentemente per ripercorrere insieme ai protagonisti i momenti salienti delle regate.
Quello che le telecamere non potevano vedere è avvenuto sott’acqua, come racconta lo stesso Terry Hutchinson: “Il mio ricordo più vivido è quando ho sentito Dean [Barker] che ha detto 'Ho perso il timone’. Io di solito mi tengo agganciato alla barca, così ho cercato di tirarmi fuori ma la mia clip di sicurezza non si è staccata, il che mi ha fatto subito venire le lacrime agli occhi.
Allora sono andato a prendere il mio coltello. Il pozzetto si è riempito subito d’acqua, e la situazione è passata molto rapidamente da tutto ok a una tensione piuttosto alta dal mio punto di vista, perché sono finito sott'acqua e sotto la randa.
Cooper Dressler è passato vicino a me, e ha potuto vedere che la mia testa era sott'acqua ed ero intrappolato. Cooper ha preso il suo coltello e ha tagliato la clip e mi ha tirato fuori. Da lì tutti siamo usciti da sotto la randa, abbiamo fatto la conta delle teste e tutti erano salvi".
Un retroscena spaventoso questo, che mette in luce una zona d’ombra degli AC 75, ovvero il rischio per i velisti. Chi conosce cosa significa scuffiare con una deriva sa bene quale sia la brutta sensazione di finire sotto la randa in acqua, e dovere trattenere il fiato alcuni secondi per uscire fuori. Pensare la stessa cosa sotto la randa di un AC 75, senza riuscire a liberarsi dalla clip che teneva Hutchinson legato a Patriot, è quasi un film dell’orrore.
La storia a lieto fine lancia comunque un monito agli organizzatori, sull’esigenza di innalzare il più possibile le misure e i protocolli di sicurezza in vista della prossima Coppa America.
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