Alla presenza di esponenti della confindustria nautica, imprenditori del settore e cariche istituzionali come il viceministro alle Infrastrutture Roberto Castelli, si sono presi in esame i dati di ricerca ricavati dal Certet, istituto di ricerca appartenente all’Università Luigi Bocconi, sull’impatto socio-economico della nautica italiana e sulle sue potenzialità in termini di versamenti fiscali e contributivi.
L’indagine dell’ateneo milanese ha intervistato un campione di 17 aziende, rappresentanti i due terzi del fatturato generato dalla nautica in Italia.
Dalla ricerca è emerso che a fronte di una riduzione dal 2008 al 2009 del fatturato delle aziende pari al 30 per cento, non ne è corrisposta una adeguata a livello di imposte fiscali.
Inoltre, si sono ridotti gli oneri finanziari da indebitamento bancario di circa il 3 per cento ed è aumentato il capitale sociale delle aziende in questione, a testimonianza che gli imprenditori hanno scelto di continuare a investire.
Stabili i dati relativi all’occupazione, con una flessione minima, di circa il 4 per cento, e una retribuzione per gli addetti ai lavori di circa il 50 per cento superiore alla media nazionale. Un dato che indica l’alto livello di specializzazione della manodopera italiana.
L’indotto generato dalle imprese di quattro poli industriali (Viareggio, Fano/ancona, Avigliana e Bacoli) sul Pil del territorio si è attestato intorno all’8 per cento, mentre quello dei marina turistici (analizzato l’Adriatico settentrionale e il Tirreno centrale e settentrionale), relativamente alla settimana di ferragosto, è stato del 9 per cento.
Partendo da questi e altri numeri, testimoni di un settore che ha saputo fronteggiare la crisi, sia Ucina che alcuni imprenditori del comparto hanno chiesto ancora una volta alle istituzioni di investire sulla nautica. Che, in termini pratici, significherebbe ridurre la pressione fiscale, sia per la cantieristica che per il mondo del charter.
Il viceministro Castelli ha ribadito in sostanza i concetti espressi dal ministro Matteoli durante la cerimonia di inaugurazione. Le risorse, secondo l’esponente del Governo, al momento sono limitate e la priorità va data alla costruzione di nuovi posti barca, soprattutto nelle regioni meridionali che offrirebbero enormi potenzialità per lo sviluppo del comparto.
Anche se in maniera superficiale, il viceministro ha posto l’accento anche sulla semplificazione amministrativa, sostenendo che troppi enti spesso interferiscono su una stessa materia, e sui controlli della guardia di finanza che, seppur non necessitino di azioni spettacolari come alcune compiute quest’estate, devono mantenersi sempre rigidi e severi.
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