La probabilità che quest’anno sia molto intenso per gli uragani viene calcolata oltre il 60% dall’istituto di ricerca statunitense, che ha previsto nel 30% la possibilità di un anno con fenomeni nella media, e solo al 10% una stagione con scarsi fenomeni.
Già il 2020 aveva fatto registrare più uragani attivi rispetto all’andamento consueto, con 30 tempeste tropicali, di cui 13 erano uragani e sei di categoria superiore a 3, questi ultimi particolarmente devastanti per le coste e le loro abitazioni.
L’aumento degli uragani e delle tempeste tropicali è in realtà direttamente collegato ai problemi climatici della terra e in particolare al suo surriscaldamento. Gli uragani infatti altro non sono, semplificando, che un gruppo di temporali che collidono tra loro andando a formare un unico fronte.
La loro nascita è legata al sole: più scalda l’acqua del mare, più è facile che si formino uragani o tempeste. L’acqua calda evapora, sale verso l’alto e raffreddandosi ritorna al suolo con la pioggia dei temporali. Più c’è caldo e più l’evaporazione è significativa ed è possibile che nascano temporali, tempeste ed uragani.
Non è un caso che anche in Mediterraneo i fenomeni meteo estremi siano stati sempre più frequenti negli ultimi anni, si tratta di un vero e proprio grido d’allarme del nostro pianeta.
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