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venerdì 18 aprile 2025
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Day 36 - Golding rischia di perdere l'albero

Mike Golding rischia di perdere l'albero, la forte determinazione e la lunga esperienza sono dalla sua parte

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Day 36 - Mike Golding su Gamesa, rischia di perdere di nuovo l’albero. La prima volta è successo proprio in questo tratto di mare, 4 anni fa, durante l’edizione del 2008-2009 della Vendée Globe: una raffica troppo forte, insieme ad un'onda più grande delle altre, hanno sdraiato al barca e spezzato l’albero di Mike Golding.

La seconda volta stava per accadere ieri pomeriggio. Mike stava navigando molto bene con un vento di 20 nodi quando una raffica a 35 nodi è riuscita a penetrare un lembo del code 0 che era avvolto e gonfiarlo spezzando la cimetta di avvolgimento.

Il code 0 si è aperto sbattendo disperatamente. La situazione non era delle migliori: mare grosso, vento infuriato, e un'enorme vela a prua che sbatteva da una parte e dall’altra. Mike è subito intervenuto. Grazie alla chiglia basculante e alle casse di zavorra, agendo al contrario di quanto fa normalmente per tenere in assetto la barca, ha sbandato Gamesa, permettendo alle vele di scaricarsi dal vento e facilitando così la manovra di recupero del code 0.

Al di la del grande dispendio di energie fisiche e della paura di subire conseguenze sull’albero, Gamesa non ha subito danni. L’incidente è costato 170 miglia ma, ripreso il controllo della situazione, Golding è tornato a navigare intorno ai 17 nodi di media.

“C’è stato un momento in cui ho pensato di dover passare un altro natale a Perth” ha detto Golding nel collegamento successivo con il centro di controllo della Vendée Globe, riferendosi al natale del 2008 passato nella città australiana dopo il disalberamento e il conseguente ritiro dalla competizione.

Arrivano gli iceberg – Dopo aver rilevato qualche iceberg alla deriva, l’organizzazione della regata, ha deciso di spostare il gate West Pacific, 3 gradi più a nord, per tenere il gruppetto di testa lontano dal pericolo. In Australia è estate, ma 100 miglia a sud di Capo Hobart, il sole e le spiagge assolate, sembrano un vero miraggio. Nei 50 urlanti fa freddo e il ghiaccio è sempre in agguato.

“Nevica, nevica”, ha dichiarato ieri Francois Gabart mentre continuava a mantenere circa 49 miglia di distanza dal secondo, Armel Le Cléac’h. "Non so come sia in Francia in questo momento, ma qui fa piuttosto freddo – ha continuato il ventinovenne Gabart che si trova per la prima volta a navigare così a sud e per così tanto tempo. – Ho avuto qualche fiocco di neve e una spolverata di bianco su Macif. Qui in Australia è estate e immagino le persone in spiaggia in costume da bagno, ma qui a sud siamo vicini ai pinguini e all’Antartide. Più avanti ci sono gli iceberg ed è meglio che non continuiamo a questa latitudine per troppo tempo”. Armel Le Cléac’h ha mostrato alla Vendée Globe TV, il suo olio da condimento congelato.

Thomson – Nel frattempo Alex Thomson e Bernad Stamm, più a nord, se la stanno vedendo con il ciclone Claudia. Tra i due quello che riesce a gestire meglio la situazione è Alex Thomson, mentre Bernard Stamm, sembra soffrire la fatica che comporta navigare con venti tanto forti.

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