Alla ricerca della chiglia giusta: dalla trapezoidale alla chiglia a L per la crociera, dalla bichiglia per l’escursione di marea e quella a T o canting Keel per le regate
Il 27 settembre del 1983 a Newport, nel Rhode Island, era una giornata di vento leggero e la storia della vela mondiale stava per cambiare: in un solo colpo veniva battuto un record sportivo ultrasecolare – 132 anni di vittorie a stelle e strisce nell’America’s Cup – mentre il design navale subiva una rivoluzione.
Poche ore dopo avere strappato la coppa agli americani, il progettista di Australia II, Ben Lexcen, e il patron degli australiani, Alan Bond, mostravano al mondo la misteriosa chiglia che aveva reso la barca bianco-gialla imprendibile nelle ariette di Newport: una chiglia simile a quelle a L, ma dotata di due alette laterali, qualcosa di mai visto prima.
Di acqua sotto gli scafi ne è passata tanta da quel giorno di fine settembre del 1983 e oggi forse il mito di Australia II non è più così noto, ma quella barca diede una sensibile spinta agli studi successivi di fluidodinamica sui profili delle chiglie.
Oggi il mondo delle appendici è in continua evoluzione e ancora una volta la frontiera di riferimento è rappresentata dall’America’s Cup, che ha sposato la tecnologia foils, nonché dalle regate d’altura con la maggior parte degli open oceanici che impiegano ormai le canting keel.
Differenze tra chiglia in ghisa e piombo
I due materiali usati per la costruzione della maggior parte delle chiglie sono il piombo e la ghisa. La differenza sostanziale tra essi è il peso specifico: quello della ghisa è più basso, circa 7 kg per decimetro cubo contro gli 11.34 del piombo: a parità di peso sarà quindi la ghisa ad
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